“Sull’obbligatorietà della doggy bag non ho preclusioni ma temo non sia sempre la soluzione più semplice. L’obbligatorietà funziona dal punto di vista mediatico, nella pratica quotidiana meglio fare educazione”. Lo ha detto Maria Chiara Gadda, vice-presidente della Commissione Agricoltura della Camera, a “Mi manda Raitre”, a proposito della pdl presentata da Forza Italia sulla doggy bag.
“Immaginiamo per esempio la nostra pausa pranzo o quella di un turista che soggiorna in hotel. Esistono alimenti molto delicati che vanno conservati bene. Una doggy bag di pesce fresco tenuta per ore in ufficio, magari d’estate e senza aria condizionata, mette a rischio la sicurezza alimentare. Dunque, l’obbligatorietà della doggy bag può sembrare bella sulla carta, ma poi la sua realtà concreta è più complicata. In Italia, poi, non esiste tanto un problema di offerta ma di domanda. I clienti spesso faticano a chiederla al ristoratore per vergogna. Ci sono sul piano culturale soluzioni migliori. Per esempio lavorare sulla prevenzione in cucina attraverso la scelta delle materie prime e la riduzione degli scarti, promuovere le mezze porzioni e rendere la doggy bag popolare con campagne educative, e sostenere con fondi adeguati il terzo settore nell’attività di recupero delle eccedenze dove i costi di trasporto incidono molto.” ha concluso.
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