Almeno sette badanti su dieci che operano nel Trevigiano non sono munite di Green Pass e non intendono vaccinarsi, e le agenzie alle quali le famiglie normalmente si rivolgono per cercare professionalita’ idonee all’assistenza di congiunti invalidi dichiarano di non essere in grado di fornire personale alternativo a quello che, senza certificato verde, non potrebbe continuare a lavorare. Lo sostengono rappresentanti di societa’ per lo piu’ cooperative, che gestiscono la collocazione e la gestione dei contratti di lavoro delle assistenti familiari. Rispetto alle ragioni che inducono tali figure professionali a respingere l’ipotesi della vaccinazione, la spiegazione andrebbe ricondotta a “reti di connazionali nelle quali circolano informazioni circa la presunta pericolosita’ del siero”. “Molte badanti – aggiungono gli interlocutori – di fronte alle nostre richieste di chiarimento, rispondono di preferire piuttosto il rientro in patria, in genere i paesi dell’Est europeo, dove attendere la conclusione della fase emergenziale per poi rientrare in Italia. E’ un problema – concludono i rappresentanti delle cooperative – che, in mancanza di correzioni, ricadra’ sul sistema pubblico di assistenza sociale”.
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