Categorie: Cronaca

Film Commission: prestanome collabora

Arrivano le prime indiscrezioni dopo gli interrogatori di Luca Sostegni. I puntano ad individuare “chi abbia operato” sul “mandato fiduciario N1200” della societa’ Fidirev, se da questa siano passati altri soldi, per quali operazioni e quali i destinatari finali, i pm che indagano sulla presunta compravendita a prezzo gonfiato di un immobile per la partecipata regionale Lombardia Film Commission. Oggi davanti a loro Luca Sostegni, presunto prestanome di Michele Scillieri, uno dei tre commercialisti indagati e vicini alla Lega, riporta l’Ansa – ha parlato per quattro ore, facendo anche ammissioni sui fatti e cercando di spiegare, pero’, che non fu estorsione quando chiese soldi che, a suo dire, gli spettavano.

Prima del faccia a faccia nel carcere milanese di San Vittore con il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e col pm Stefano Civardi, Sostegni, 62 anni, fermato mercoledì mentre stava fuggendo, secondo l’accusa, verso il Brasile, ha risposto per poco meno di due ore anche al gip Giulio Fanales. Giudice che deciderà sulla convalida del fermo e sulla misura cautelare in carcere chiesta dalla Procura.

Non ha atteso nemmeno il provvedimento Sostegni, ma ha deciso subito di riempire un altro verbale, utile per gli inquirenti. E’ accusato di reati fiscali e peculato per quella vendita che fece uscire dalle casse della Lombardia Film Commission 800mila euro e di estorsione perché avrebbe intimato a Scillieri e agli altri due commercialisti, Alberto Di Rubba (nominato a capo della LFC dall’allora governatore Roberto Maroni) e Andrea Manzoni, entrambi ex revisori contabili del Carroccio, di fargli avere 50mila euro in cambio del suo silenzio con la stampa sui dettagli di tutte le operazioni a cui avrebbe partecipato. “Innesco una serie di situazioni che io non lo so dove si va a finire”, diceva intercettato e così avrebbe ottenuto 20mila euro e poi 5mila euro in contanti, proprio il giorno del fermo, e la promessa di “1000 euro ogni 20 giorni”. Non un ricatto con minacce, ma soldi che gli dovevano, secondo la linea di Sostegni, che avrebbe parlato a lungo, però, dei suoi rapporti con Scillieri, che gestiva una rete di società, e con gli altri professionisti nell’affare della compravendita e non solo.

“C’è il segreto istruttorio, c’è un’indagine in corso ad ampio respiro”, ha risposto l’avvocato Daniela Pulito dello studio Lepre a chi le ha chiesto se il suo assistito, che per i pm veniva mosso da Scillieri come una “pedina”, abbia parlato di soldi alla Lega.

“Non sono preoccupato perché non conosco quel signore (Sostegni, ndr) e la Lega non c’entra nulla”, ha commentato oggi Matteo Salvini. L’indagine milanese, che corre parallela a quella di Genova sui noti 49 milioni di cui si sono perse le tracce, scava anche su un intreccio di società e di personaggi che avrebbero gestito la cosiddetta “cassa esterna” del Carroccio. Tra le altre cose, pm e investigatori della Gdf vogliono chiarire “il ruolo” di Francesco Barachetti, titolare della Barachetti service srl (incassò 200mila euro per la ristrutturazione dell’immobile e altri circa 72mila euro versati ancora dalla Lombardia Film Commission).

Un “personaggio – scrivono i pm – molto legato a Di Rubba e Manzoni e, più in generale, al mondo della Lega” e il cui nome era gia’ emerso un anno fa in un report dell’Uif di Bankitalia per operazioni sospette e movimenti di denaro anche verso la Russia. La Barachetti, si leggeva nella relazione citata in un’inchiesta de l’Espresso, “risulta essere controparte di numerose transazioni finanziarie con il partito della Lega Nord”.

Stefania Piazzo

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