Rigoletto: un menestrello che fa riflettere sull’arroganza del potere

di Marcus Dardi – Rigoletto, ambientato nella fiabesca Mantova, è una delle tre opere della “trilogia popolare” di Giuseppe Verdi.
Fu scritta nel 1851 e debuttò l’11 marzo dello stesso anno al Teatro la Fenice di Venezia.

E’ un opera in tre atti tratta dal dramma di Victor Hugo “Le Roi s’amuse”.

Questa o quella è l’aria del duca di Mantova. Viene cantata nel primo atto subito dopo il preludio e viene definita anche come Ballata del Duca.

In quest’aria traspare tutto il disprezzo che il Duca di Mantova mostra nei confronti delle donne e dell’amore dicendo che per lui tutte le amanti sono uguali e che lui non si sarebbe mai innamorato di nessuna.

Il romanzo di Victor Hugo “Le Roi s’amuse” non piacque né al pubblico né alla critica perché il personaggio di Rigoletto, il buffone di corte, metteva palesemente in risalto tutta la cialtroneria e immoralità della corte francese.
Anche l’opera di Verdi fu inizialmente osteggiata dalla censura austriaca. Il nome Rigoletto viene dal francese “rigoler” che vuol dire ridere.

Ecco un altro esempio di satira di alta classe, dove un giullare o menestrello aiutano tutti a far riflettere.

Video: https://www.youtube.com/watch?v=BCWJw3kryfM

TESTO:
Questa o quella per me pari sono
A quant’altre d’in-torno mi vedo,
Del mio core l’impero non cedo
Meglio ad una che ad altre bel-tà
La cos-toro avve-nen-za è qual dono
Di que il fa-to ne infiora la vita
S’oggi questa mi torna gra-dita
Forse un’ altra, forse un’altra, doman lo sa-rà.
un altra forse un’altra doman lo sa-rà.

La costanza tiranna del core
Detestiamo qual morbo,
qual morbo crudele,
Sol chi vuole si serbi fedele;
Non v’ha amor no, no, se non v’è libertà.
De’ i mariti il geloso furore,
Degli amanti le smanie derido,
Anco d’Argo i cent’occhi disfido
Se mi punge, se mi punge una qualche beltà
Se…..e…e..e..e…e…e..mi punge eeeeh
Una qualche beltà.