di Marcus Dardi – Una consuetudine, una storia vera arricchita dalla fantasia partenopea, ha creato la macchietta passata alla storia come “A tazza e’ café”
Narra la leggenda che l’autore di questa canzone del 1918, Salvatore Capaldo, andava spesso a prendere il caffè al caffè Portorico di Napoli.
La cassiera, una certa Sig.ra Brigida era tanto bella quanto antipatica. Aveva tantissimi corteggiatori ma col suo carattere freddo, scostante e decisamente antipatico li teneva tutti alla larga.
Salvatore Capaldo, che non era per nulla indifferente alla personalità della Sig.ra Brigida, la paragonò ad una tazzina di caffè. Il Café infatti è amaro ma con un po’ di zucchero si riesce ad addolcire e diventa piacevolissimo.
Nessuno ci ha tramandato se poi la bella Brigida si addolcì ma questo non importa. L’importante è che nel repertorio della macchietta napoletana abbiamo anche questa allegra storiella.
Questa canzone fu interpretata da Elvira Donnarumma, da Maria Paris e dalla, famosissima chantause del cafè chantant Anna Fougez.
Successivamente il brano fu ripreso da moltissimi altri interpreti e cantata diverse volte in televisione e in teatro.
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