Categorie: Scienza

Gimbe: Così stiamo spianando strada a terza ondata

La prima ondata del Covid-19 “ci e’ arrivata addosso, la seconda l’abbiamo favorita, alla terza le stiamo un po’ spianando la strada”. L’avvertimento arriva da Nino Cartabellotta, il medico fondatore e presidente del Gruppo Italiano per la Medicina Basata sull’Evidenza, durante un incontro online con i giornalisti di Unamsi (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Cartabellotta ha mostrato un grafico sull’andamento della pandemia in Italia dove si vedono i picchi delle prime due ondate, osservando come con la prima sia stato raggiunto il numero di 4000 pazienti in terapia intensiva nel giro di poco piu’ di un mese, ma anche come l’effetto del lockdown generalizzato abbia portato quasi a un azzeramento: 41 casi a fine luglio. In seguito, la curva della seconda ondata riparte dal basso e cresce piu’ o meno con la stessa ripidita’ della prima ma di fatto, col sistema delle regioni a colori, intervallate dalla stretta di Natale, c’e’ una decrescita sicuramente molto piu’ lenta, che non arriva fino in basso ma si ferma a meta’.

“Adesso – ha commentato Cartabellotta – praticamente dal 21 febbraio cominciamo a vedere una risalita abbastanza preoccupante che sembra essere un po’ l’innesco della terza ondata. Ma questa terza ondata non sta partendo come e’ partita la seconda, da una situazione di ospedali totalmente alleggeriti, ma gia’ con oltre 2000 pazienti in terapia intensiva e quasi 20.000 pazienti ricoverati. Quindi, se le misure di contenimento non dovessero funzionare in maniera tempestiva, teniamo conto che partiamo con la terza ondata gia’ con circa la meta’ delle regioni italiane sopra la soglia di saturazione delle terapie intensive”.

“Abbiamo ormai una conoscenza dei movimenti del virus talmente evidente – ha concluso – che vediamo bene come il prendere delle decisioni inadeguate o in ritardo ci porterebbe certamente ad avere delle gravi conseguenze: la prima ondata ci e’ arrivata addosso, la seconda l’abbiamo favorita con decisioni ritardate nel tempo, che hanno fatto arrivare la curva dell’epidemia a livelli altissimi (806 mila casi positivi a fine novembre). Alla terza le stiamo un po’ spianando la strada”. 

Stefania Piazzo

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