di Roberto Gremmo – Dicono i sondaggi che il 75 per cento degli italiani sarebbe favorevole ad una repubblica presidenziale. E c’è’ da crederci. Sotto sotto, non e’ mai andato in soffitta il mito dell’uomo solo al comando, il demiurgo salvifico, il castigamatti. E i timori suscitati dalla pandemia, la crisi dei partiti politici di massa e le campagne di stampa delegittimanti la democrazia hanno avuto buon gioco nel far salire la febbre centralista e verticista.
Saremo probabilmente fuori tempo, ma nel nome delle autonomie, del governo di popolo e del federalismo, sentiamo il dovere di metterci di traverso, perché l’unica repubblica sufficientemente accettabile e’ quella dov’è i vertici sono solo di rappresentanza simbolica ed i poteri politici vengono totalmente o quasi lasciati agli organi rappresentativi locali. Gli unici davvero vicini alla gente. E’ un fatto che nella democrazia reale della piccola ma simbolicamente grandiosa realtà di San Marino, autogoverno millenario, pacifico, prospero ed equilibrato, non esiste la figura del duce massimo ma, con un giusto equilibrio, i capitani reggenti alla testa della Repubblica del Titano sono due e durano in carica solo per sei mesi. Il presidenzialismo e’ l’anticamera del cesarismo ed e’ un ostacolo alla trasformazione federalista dello Stato.
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