Categorie: Politica

Per i pm operazione Film Commission per dividersi 1 milione di euro

 Le ultime indagini della Gdf e della Procura di Milano mostrano “in modo chiaro che l’intera operazione immobiliare afferente la compravendita intercorsa tra Immobiliare Andromeda srl e la Fondazione Lombardia Film Commission è stata artatamente congegnata dagli indagati al solo fine di impossessarsi e di spartirsi il finanziamento di 1 milione di euro stanziato dalla Regione Lombardia a favore dell’ente pubblico“. Lo scrive il Tribunale del Riesame di Milano nelle motivazioni dell’ordinanza con cui nei giorni scorsi ha confermato il sequestro delle due villette sul lago di Garda comprate da Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i due revisori contabili in Parlamento per la Lega, finiti ai domiciliari nel caso Lfc, comprate, secondo i magistrati, reinvestendo parte dei soldi intascati (800mila euro per la vendita dell’immobile di Cormano) drenando Fondi pubblici ottenuti dalla fondazione. Lo espone l’Ansa in un lungo report.

A metà ottobre, infatti, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, su disposizione del gip Giulio Fanales e su richiesta del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi, aveva messo i sigilli ai due immobili, che valgono 640 mila euro: le residenze Bouganville e Tigli nel Green Residence Sirmione a Desenzano, in provincia di Brescia. “Ogni movimento di denaro – scrivono i giudici Mannocci-Rizzardi-Cucciniello – sebbene ancorato ad un’apparente prestazione commerciale o professionale, si presenta in realtà avulso da qualsiasi ragione economica (…) trovando la propria reale giustificazione soltanto nell’esigenza di dissimulare l’unico intento degli indagati, rappresentato appunto dal reinvestimento del profitto di peculato nel complesso immobiliare a spiccata vocazione turistica”.

 I giudici nelle oltre 40 pagine di motivazioni richiamano una recente informativa della Gdf del 4 novembre con al centro i documenti sequestrati all’imprenditore Francesco Barachetti, ritenuto vicino alla Lega e anche lui finito ai domiciliari 10 giorni fa per peculato. Imprenditore che sulla carta doveva occuparsi dei “lavori di ristrutturazione dell’immobile” e che avrebbe ottenuto 201mila degli 800mila euro, ossia del prezzo gonfiato del capannone venduto a Lfc.

Quei documenti, scrivono i giudici, riporta ancora l’Ansa, hanno avvalorato le “dichiarazioni rese da Luca Sostegni prima (il presunto prestanome, ndr) e da Michele Scillieri poi”, quest’ultimo altro commercialista di fiducia del Carroccio, anche lui arrestato e che ha iniziato a collaborare con gli inquirenti. Presto sara’ di nuovo interrogato dai pm. La “consumazione del reato di peculato – si legge ancora – coincide” col preliminare di vendita del capannone da Andromeda, società riconducibile a Scillieri, a Lfc e datato 4 dicembre 2017. La fondazione pagò “interamente il prezzo” di 800mila euro “a fronte della promessa di trasferimento di un bene” che era “in pessimo stato”.

I giudici, accogliendo la linea dei pm, chiariscono inoltre che “non può attribuirsi alcuna rilevanza al valore attuale dell’immobile e, conseguentemente, al tenore delle due ‘perizie’ prodotte dalla difesa” di Di Rubba e Manzoni. E sulla “cauzione” di poco più di 300mila euro, versata a LFC dai due contabili per chiedere il dissequestro delle villette, i giudici chiariscono che c’è differenza tra un sequestro preventivo finalizzato alla confisca, come quello delle due ville, e gli aspetti che riguardano “il risarcimento del danno”. 

Redazione

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