La procura della Repubblica di Perugia ha iscritto l’esposto del Dis, depositato nella giornata di sabato 8 febbraio, relativo a presunte rivelazioni di notizie riservate comunicate alla stampa sulla gestione degli atti, da parte della procura di Roma, sull’inchiesta nata dopo la denuncia del capo di Gabinetto della premier Giorgia Meloni, Gaetano Caputi. Lo ha comunicato il procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone in una nota in cui specifica che “l’iscrizione è stata disposta nel rigoroso rispetto dei criteri indicati dall’art. 335 c.p.p, come modificato dal d.Igs n. 150/22 (cd riforma Cartabia), e dalla direttiva dell’ufficio in materia”.
Sono stati depositati atti coperti da segreto? Quanto avvenuto è stato intenzionale od accidentale? Come è possibile che sia stato pubblicato un documento dell’Aisi su Gaetano Caputi, capo di gabinetto della presidente Giorgia Meloni, e che lo stesso incartamento sia finito in una ‘chiusura indagini’ della procura di Roma e quindi riportato dal quotidiano Domani? Sono questi alcuni degli interrogativi a cui gli inquirenti della procura di Perugia dovranno certamente rispondere nel fascicolo avviato riguardo i pubblici ministeri della Capitale ed il loro vertice, il procuratore capo Francesco Lo Voi.
L’esposto del Dis, presentato nei giorni scorsi, ha messo a conoscenza dei magistrati del capoluogo umbro un sostanziale riassunto di quanto avvenuto e che vedeva contrapposti alcuni importanti uffici dello Stato.
In ogni caso “il procedimento è stato assegnato al sostituto individuato secondo il criterio predeterminato e automatico e, in relazione alla particolare delicatezza dei fatti in esso esposti, si è ritenuta opportuna la codesignazione” di Cantone.
Al momento si osserva un sostanziale accerchiamento del procuratore capo di Roma visto che dopo la richiesta di apertura pratica per “eventuali profili disciplinari” sarà la I commissione del Consiglio superiore della magistratura a dover fare chiarezza. L’istanza dei consiglieri laici del centrodestra riguarda, come noto, l’iscrizione nel registro delle notizie di reato, per favoreggiamento e altre ipotesi di reato, dei vertici di governo – la premier Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano.
Il nodo irrisolto è ancora la scarcerazione dell’ufficiale libico Almasri. Intanto sempre al Palazzo dei Marescialli, forse già domani, il Comitato di presidenza deciderà se aprire una seconda pratica su Lo Voi, finalizzata all’avvio di una procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale-funzionale. Sullo sfondo c’è la richiesta alla procura generale della Cassazione per la valutazione di eventuali illeciti disciplinari.
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