Sono Simonluca Agazzone, 39 anni, di Bogogno (Novara) e Matteo Ravetto, 32, di Gattinara (Vercelli), i due automobilisti morti nell’incidente avvenuto nella notte sull’autostrada A26, nel territorio di Carpignano Sesia. L’auto su cui viaggiavano e’ uscita di strada dopo essersi scontrata con dei cinghiali presenti sulla carreggiata. Le due vittime erano note nel mondo del calcio dilettantistico. Agazzone, un passato nelle giovanili del Milan, nel 2000 aveva esordito nel calcio professionistico con la Spal, indossando poi le maglie di Monza, Spezia, Carrarese, Novara e Legnano. Quest’anno avrebbe continuato a giocare con una squadra amatoriale iscritta al Csi. Centrocampista anche Ravetto, lui si era diviso tra la D e la C, passando dalla Biellese al Casale al Borgosessia. Domenica scorsa aveva iniziato la prima categoria con il Carpignano.
L’incidente si è consumato sull’autostrada A26 Genova Voltri-Gravellona Toce, nel tratto compreso tra l’allacciamento con la A4 Torino-Trieste e Ghemme in direzione Gravellona Toce, all’altezza del km 139.
In Italia ci sono diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici – spiega la Coldiretti – con cinghiali e animali selvatici che sempre piu’ spesso si spingono nei centri abitati, con segnalazioni nei paesi e nelle grandi citta’ oltre che nelle aree coltivate, da nord a sud del Paese. Oltre otto italiani su 10 (81 per cento) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ – pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero. Il 69 per cento degli italiani ritiene che siano troppo numerosi mentre c’e’ addirittura un 58 per cento che li considera una vera e propria minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l’equilibrio ambientale come pensa il 75 per cento degli intervistati che si sono formati un’opinione. Il risultato e’ che oltre sei italiani su 10 (62 per cento) ne hanno una reale paura e quasi la meta’ (48 per cento) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata dai cinghiali. La proliferazione senza freni dei cinghiali – conclude la Coldiretti – sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico.
Photo by Henryk Piela
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