Categorie: Opinioni

Quel 15 settembre. Dalla canottiera del Nord alla felpa a destra

di Stefania Piazzo – Il 15 settembre non è una data qualsiasi per chi ha vissuto tanti anni fa un evento irripetibile. La grande “marcia” sul Po, dal Monviso fino a Venezia. Erano altri tempi e la politica si faceva così. Con la gente vera, con i mezzi di comunicazione che c’erano. Ovvero i muri, i manifesti e senza social. Certo, c’era anche un grande comunicatore e trascinatore come Umberto Bossi, oggi ci sono megafoni della pancia della gente. Anche Bossi era un megafono, a modo suo, ma eravamo davanti ad un politico di razza. Provocatore, amato, odiato, adulato, con la sua corte di “Umberto Umberto”… o con gente semplice che lo apprezzava per la sua naturale “popolanità”.
La tragedia di passare dalla canottiera alla felpa la sta pagando un Nord disorientato, snaturato. Nel settembre 2019 niente meno che sul Sole 24 Ore, si leggeva questo: “L’appello delle imprese del Nord: ora un vero governo per il Paese. Ferrarini: servono persone serie, non chi perde tempo sui social”. Perché il problema è che il Nord è afono. Orfano, disincantato e disilluso.

Per poco più di un anno il tema della sicurezza è stato il mantra, il tormento quotidiano, mentre il Pil precipitava, le tasse non calavano, i giovani scappavano. L’emergenza è ridare fiato all’economia sfiatata dal fisco, da un sistema che vuole omologare i tempi del Nord a quelli del Sud. Ragioni sociali, culturali, dicono che per “qualcosa” il Nord è ancora diverso dal Sud. O si vuole credere che questo non sia un paese duale, conflittuale?


Il 15 settembre Venezia, geograficamente, politicamente è cancellata come data che significava qualcosa, al di là dell’idea romantica ed eretica della secessione, della repubblica del Nord.

Eppure, quella “repubblica”, che la si chiami Padania o macroregione del Nord, o semplicemente Nord o questione settentrionale, ha un suo perché, una sua ragion d’essere costante e presente.

Si può far finta che non esista, e che si debba raccogliere voti a strascico virando a destra e al Sud. Quanto può durare ancora?

Stefania Piazzo

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