Categorie: Opinioni

“Omicron si ferma anche con lo smart working”

“La situazione è meno tranquilla rispetto a quella delle settimane precedenti. Fino a 3 settimane fa c’era un aumento lineare dei casi, adesso la curva ha cambiato tendenza da circa una decina di giorni. Verosimilmente la variante Omicron circola molto di più nel nostro Paese rispetto a quanto dicono i dati sul sequenziamento, che da noi è molto basso. La preoccupazione in questo momento è legata alla maggiore contagiosità della variante Omicron, più aumentano i casi più gli ospedali si riempiono. In alcuni ospedali si sta già verificando la ‘cannibalizzazione’ dei posti letto da parte dei malati covid, nel senso che ci sono molti malati di altre patologie che non si riescono più a curare, alcuni interventi vengono rimandati”. Lo afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, a Radio Cusano Campus. E avverte che “il piano delle riaperture irreversibili con queste variante Omicron è messa a rischio. Se diventerà prevalente in tutta Europa è evidente che ci potrebbe volere qualcosa in più a livello di restrizioni. Dobbiamo puntare sulle terze dosi e sulle prime dosi. Nell’ultima settimana si sono vaccinate quasi 270mila persone che non erano vaccinate neanche con la prima dose. E’ assodato che non abbiamo percentuali da raggiungere per poter parlare di immunità di gregge, perché il virus continua a circolare anche nei vaccinati, soprattutto dopo 5 mesi dalla seconda dose. Quando una variante è così contagiosa, il vaccino non è sufficiente per evitare la diffusione del virus. Bisogna continuare con l’uso delle mascherine e ridurre i contatti sociali, con misure come lo smart working. Bisogna partire dal presupposto fondamentale che comanda il virus, la scienza può solo andargli dietro e cercare soluzioni e poi di conseguenza la politica fa le sue scelte. Ci sono una serie di misure che, un po’ a fisarmonica, devono essere introdotte a seconda della situazione”.

Redazione

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