Categorie: Opinioni

La farsa leghista e italica delle mascherine

di Sergio Bianchini – Sebbene nelle loro comparse televisive gli esponenti della Lega si affannino a ricordare che Fontana si era messo la mascherina per tempo deriso da tutti, la vicenda è diversa.

I leghisti e il famoso Gallera si presentavano regolarmente in TV senza mascherina sostenendo che bastava la distanza e lavarsi le mani.

Questa tesi per la verità era di tutti i vertici nazionali della sanità e clamoroso fu l’atterraggio del team cinese a Roma il 12 marzo, con tutti i membri rigorosamente mascherati, accolto dalla delegazione dei vertici dello Spallanzani tutti senza mascherina.

Fontana si era fatto riprendere mentre indossava, a fine febbraio scherzosamente e maldestramente la mascherina dopo aver scoperto la positività di una sua stretta collaboratrice. Quindi nell’ipotesi di poter essere a sua volta portatore di contagio.

Ciò comprova che la considerava necessaria ma per i malati. Ignorava o sottaceva quindi che l’uso generalizzato della mascherina è finalizzato principalmente a isolare i portatori sani di covid che sono oggi, come allora, circa il 20% della popolazione.

Nella conferenza stampa quotidiana del 14 marzo in cui il capo della protezione civile nazionale dichiarava i numeri relativi all’epidemia in corso, per la prima volta Borrelli si era dilungato sul tema delle mascherine dando l’idea che il teorema dell’inutilità stesse crollando.

La negazione della necessità della mascherina ha pervaso tutta la sanità nazionale insieme a quella lombarda almeno per tutto il mese di marzo. Ed anche l’obbligo generalizzato infine disposto sembrava fatto più per paura di accuse che per profonda convinzione. Non a caso Zuccatelli, il secondo dei commissari decaduti fulmineamente della sanità calabra rilasciò allora quell’intervista che oggi ha fatto scandalo e gli è costata il posto.

Un primario interpellato direttamente da me mi disse che le mascherine erano inutili e quando un mese dopo gli chiesi come mai la tesi fosse cambiata mi rispose che si era detto così perché le mascherine non c’erano.

Quando fu introdotto l’obbligo, ancora oggi contestato da alcuni sprovveduti di basso ed anche alto livello, si disse che poteva bastare anche una sciarpa vista la mancanza di mezzi idonei.

Quindi tutti i vertici sanitari e politici hanno avuto un comportamento infido e non veritiero seppur mascherato, si dice oggi, dal desiderio di non creare panico.

Io ho anche ipotizzato la volontà di differenziarsi dallo stile cinese e asiatico dove la mascherina era obbligatoria fin dall’inizio anche nei massimi livelli politici.

Qualunque sia stata la vera origine della clamorosa e incredibile tesi sta di fatto che un popolo intero è stato trattato come un bambino.

Per decenni abbiamo sperato in una politica diversa almeno qui al nord. Purtroppo non è andata e guardando i nostri leader lombardi (va meglio in Veneto) ancora per molto non andrà.

Redazione

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