Categorie: Opinioni

Il precedente di Kennedy nelle Hawai dà ragione a Trump?

di Luigi Basso – Il 14 dicembre si sono riuniti i Grandi Elettori nelle capitali degli Stati USA ed hanno inviato le loro schede elettorali a Washington per lo spoglio del 6 gennaio 2021.


Tuttavia gli scatoloni che saranno recapitati saranno 7 in più, poiché in Georgia, Michigan, Wisconsin, Pennsylvania, Arizona, Nevada e New Mexico si sono riuniti i Grandi Elettori sia dei Repubblicani sia dei Democratici ed hanno inviato i loro voti per lo spoglio del 6 gennaio.
La faccenda non è affatto una pagliacciata.


Nel 1960 successe la stessa cosa, a parti invertite, per il voto dei Grandi Elettori delle Hawaii.
Allora lo Stato fu assegnato e certificato per Nixon, sfidante repubblicano del democratico Kennedy (si, proprio quello che, solo a pronunciarne il nome, ha fatto sdilinquire e svenire per l’emozione milioni di democratici in tutto il mondo).


Tuttavia, siccome il margine di voti era minimo, fu ordinato un riconteggio che, tuttavia, non arrivò in tempo prima della riunione dei Grandi Elettori.
I Grandi Elettori Democratici allora decisero di riunirsi ugualmente e votarono per Kennedy, mandando il loro scatolone di schede a Washington per lo spoglio del 6 gennaio 1961.


Benché i voti dei Grandi Elettori di Nixon fossero certificati, poiché il riconteggio aveva acclarato che Kennedy aveva vinto le Hawaii con un piccolissimo margine, il Congresso accettò i voti Dem: dato che nessun membro del Congresso sollevò obiezioni, lo Stato fu assegnato a Kennedy anche se sembra che il certificato dei voti mancasse della firma del Governatore.


Il Congresso aveva deciso così, poiché l’ultima parola sulle elezioni del Presidente degli USA spetta proprio al Congresso.
La strategia di Trump diventa sempre più chiara mentre la data del 6 gennaio 2021 si avvicina: il Congresso potrebbe diventare un’arena.

Photo by Science in HD

Luigi Basso

Luigi Basso - Avvocato civilista

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