Categorie: Opinioni

Draghi scialacqua e si “fuma” il risparmio del taglio dei parlamentari. Intanto lo spread sale

di Luigi Basso – La riduzione dei parlamentari è stata spacciata dalle Vestali come una riforma bellissima e necessaria per tagliare i costi della politica: 81 milioni di euro saranno devoluti in opere di bene, questa era la promessa alla quale abboccarono ben 18 milioni di italici contribuenti.
Bene, quel risparmio ipotetico, che ancora non esiste poiché decorrerà a partire dalla prossima legislatura, prevista per il 2023, è già stato interamente “fumato” dal Governo Draghi (con sovraprezzo) attraverso l’ aumento della spesa per gli stipendi dei sindaci ed assessori di 100 milioni di euro nel 2022, di 150 milioni di euro nel 2023 e di ben 220 milioni di euro nel 2024.


L’art. 146 del disegno di legge di bilancio prevede che la spesa per le indennità dei sindaci possa essere aumentata, in misura graduale per ciascuno degli anni 2022, 2023 e in misura permanente a decorrere dall’anno 2024, sulla base del trattamento economico complessivo dei presidenti delle regioni nelle seguenti misure massime: a) 100 per cento per i sindaci metropolitani; b) 80 per cento per i sindaci dei comuni capoluogo di regione e per i sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione superiore a 100.000 abitanti; c) 70 per cento per i sindaci dei comuni capoluogo di provincia con popolazione fino a 100.000 abitanti; d) 45 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti; e) 35 per cento per i sindaci comuni con popolazione da 30.001 a 50.000 abitanti; f) 30 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 10.001 a 30.000 abitanti; g) 29 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 5.001 a 10.000 abitanti; h) 22 per cento per i sindaci dei comuni con popolazione da 3.001 a 5.000 abitanti; i) 16 per cento per i sindaci comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti. 
Idem per le indennità di funzione da corrispondere ai vicesindaci, agli assessori ed ai presidenti dei consigli comunali, che possono essere adeguate alle indennità di funzione dei corrispondenti sindaci.


Il costo dell’operazione sarà a carico dei cittadini dei singoli Comuni ed il Governo, a titolo di concorso alla copertura del maggior onere sostenuto dai Comuni, stanzia 100 milioni di euro per l’anno 2022, di 150 milioni di euro per l’anno 2023, e di 220 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024.
Poi non bisogna stupirsi se lo spread sale sopra i 120 punti base.
Il risultato per chi si era fatto abbindolare dal taglio dei rappresentanti del popolo è davvero lodevole.
Si paga di più per avere meno parlamentari.

Stefania Piazzo

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