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Comune di Milano e Fondazione Film Commission parti civili contro Di Rubba e Manzoni

  Il Comune di Milano e Fondazione Lombardia Film Commission sono parti civili al processo con rito abbreviato nei confronti dei due revisori contabili della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, imputati per la vicenda della compravendita del capannone di Cormano, nel milanese, con la quale sarebbero stati drenati, per l’accusa, 800mila euro di Fondi pubblici. Lo ha deciso il gup Guido Salvini che ha rigettato un’eccezione avanzata dal difensore, l’avvocato Piermaria Corso, sulla richiesta avanzata da Palazzo Marino. Da quanto si e’ saputo, il Comune nel suo atto di costituzione ha quantificato i danni in 117 mila euro (80 mila di risarcimento patrimoniale e 37 mila non patrimoniale), mentre Lfc li deve ancora quantificare ma comunque ammonterebbero a diverse centinaia di migliaia di euro. Il giudice ha poi rinviato al prossimo 4 maggio, giorno dedicato alle discussioni delle parti. Entro la fine del prossimo mese ci dovrebbe essere la sentenza.

I due contabili del Carroccio in parlamento, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, sono finiti agli arresti domiciliari la scorsa estate insieme al commercialista milanese Michele Scillieri, che nel febbraio scorso ha patteggiato una condanna a 3 anni e 4 mesi e 83 mila euro di multa. Hanno patteggiato una condanna a 4 anni e 10 mesi anche Luca Sostegni, il presunto prestanome arrestato nel luglio scorso mentre stava partendo per il Brasile e il cognato di Scillieri, Fabio Barbarossa, a cui è stata inflitta una pena di 2 anni e un mese. I reati contestati sono peculato e turbata libertà nel procedimento di scelta nel contraente.L’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi vede al centro l’acquisto da parte della Lombardia Film Commission, ente partecipato da Regione Lombardia, di un capannone a Cormano, alle porte di Milano, per il prezzo, ‘gonfiato’ di 800 mila euro.Pochi mesi prima l’immobile era stato venduto da una ditta in liquidazione per 400mila euro. Fondi che, come hanno ricostruito gli inquirenti e la Guardia di Finanza, si sono dispersi in mille rivoli e sono finiti in parte anche ad imprenditori vicini alla Lega. Per uno di loro, il bergamasco Francesco Barachetti, il 15 aprile scorso si è aperto il processo con rito ordinario davanti alla settima sezione penale. Il sospetto è che almeno una parte del denaro possa essere stata utilizzata per alimentare fondi neri per il partito, attraverso società ad hoc e conti bancari in Svizzera.Nel corso dell’udienza, è stata anche depositata dall’avvocato Piermaria Corso, legale dei due commercialisti, una consulenza che dimostrerebbe invece la congruità del prezzo dell’immobile. Si tornerà in aula il prossimo 4 maggio per le discussioni delle parti, dopodichè verrà fissata un’ulteriore udienza per eventuali repliche e il gup si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza. 

Redazione

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