L’orso M90 è stato ucciso. È stata eseguita oggi pomeriggio la sentenza di condanna a morte decretata dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. Sgomenta l’Organizzazione internazionale protezione animali che si era fino all’ultimo appellata affinché fosse tutelata la vita e la libertà del giovane plantigrado.
«Una politica miope e nemica degli animali quella della Pat, che non tutela la biodiversità», commenta l’Oipa. «Abbiamo sperato fino all’ultimo in un ripensamento, in considerazione della speciale protezione di cui gode la specie anche a livello europeo e nel rispetto dell’articolo 9 della Costituzione che tutela la biodiversità, ma il presidente Fugatti è stato sordo anche alle istanze dell’opinione pubblica che vorrebbe un Trentino amico degli animali».
L’Oipa presenterà nelle prossime ore una richiesta di accesso agli atti per conoscere i dettagli della vicenda, anche perché nella scarna nota della Provincia non viene spiegato come abbiano eseguito la sentenza, se con armi da fuoco o con l’intervento di un veterinario.
M90 era un giovane orso colpevole di essere stato avvistato qualche volta nei pressi di zone abitate e, come si legge sito della Provincia dedicato al monitoraggio dei grandi carnivori M90, è indicato come responsabile solamente di un danneggiamento a una recinzione agricola e a un cassonetto dell’organico in Val di Sol.Il povero M90 fu investito il 14 ottobre sulla strada statale 42 all’altezza di Mezzana e, secondo quanto affermato dalla Pat, avrebbe inseguito nei giorni scorsi per 800 metri una coppia di escursionisti lungo la strada forestale sopra l’abitato di Ortisè.
Qui le dichiarazioni dell’on. Michela Brambilla, presidente Leidaa:
L’Ente Nazionale Protezione Animali ha presentato una richiesta di accesso agli atti in merito al parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che, secondo quanto reso noto dalla Provincia Autonoma di Trento, avrebbe dato il via libera all’uccisione di M90. Come noto, tale parere era stato richiesto proprio dalla PAT dopo che una coppia di fidanzati sarebbe stata inseguita dall’animale in Val di Sole. Ricostruzione, questa, su cui l’associazione animalista, peraltro confortata da alcuni organi di informazione, aveva sollevato diversi dubbi. “Vogliamo comprendere su quali elementi si fonda il parere dell’Istituto, ma vogliamo anche capire quali sono le misure prescritte dall’Istituto. In questi giorni un po’ tutti, specialmente nel mondo politico-istituzionale della Provincia, stanno dando per scontata la condanna a morte del plantigrado, assecondando in tal modo il ben noto disegno ursicida del presidente Fugatti. Invece – spiega ENPA – è doveroso ricordare che le norme prevedono anche misure alternative rispetto all’uccisione di un animale che, per altro, non ha mai attaccato nessuno” . Un altro aspetto che l’ENPA intende chiarire è quello relativo alle presunte misure di dissuasione adottate dalla PAT per evitare ogni possibile contatto tra M90 e l’uomo. “Anche di questo chiederemo conto alla Provincia Autonoma.
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