Categorie: Economia

Confesercenti: decreto riaperture, presi in giro dal Governo

Il decreto riaperture ha “un nome fuorviante, visto che il provvedimento, per i bar, si traduce in realta’ in un inasprimento delle restrizioni”. Lo afferma la Fiepet Confesercenti, secondo cui “di fatto, da lunedi’, per le imprese senza posti all’esterno sara’ di nuovo zona arancione anche in zona gialla, visto che si impone il divieto di consumo all’interno dei locali, nemmeno in piedi al banco, fino a giugno”. “Una norma da rivedere ed incomprensibile – afferma Giancarlo Banchieri, presidente nazionale delle imprese della somministrazione – oltretutto specificata con grave ritardo da una circolare del Ministero degli interni resa pubblica ad appena due giorni dalla supposta ripartenza”. “Ci sentiamo presi in giro – prosegue – ci e’ stato detto che si riapriva prima, ma la realta’ e’ ben diversa. E se prima per i bar si profilava, dopo il 30 aprile, la possibilita’ di tornare a lavorare almeno in zona gialla, permettendo ai clienti di consumare all’interno dei locali, ora con il decreto riaperture, paradossalmente, si restera’ chiusi un altro mese”. 

“Non ci si illuda – continua Banchieri – che il ‘permesso’ di utilizzare gli spazi esterni anche a cena cambi le cose: poco piu’ di 100 mila imprese – su oltre 360 mila della somministrazione – dispongono di dehors, la cui capienza e’ comunque limitata ed ulteriormente ridotta dal tetto massimo di quattro persone per tavolo. I comuni si stanno impegnando per autorizzarne di nuovi e li ringraziamo per questo; ma e’ una buona volonta’ che si scontra con la realta’ del nostro Paese: in molte strade e piazze, soprattutto nei centri storici, nei borghi e nelle citta’ d’arte, non ci sono spazi adeguati”. “In sostanza – conclude il presidente Fiepet – i pubblici esercizi sono stati nuovamente penalizzati, e in maniera peggiore di qualsiasi previsione. Gli imprenditori sono esasperati: un’esasperazione reale, non retorica. Si e’ deciso di dare un ulteriore colpo ad un settore sottoposto a restrizioni ormai da sei mesi. Bisogna compensare i danni imposti alle imprese, procedendo immediatamente alla predisposizione di nuovi sostegni, che tengano conto del prolungamento delle restrizioni”. 

Redazione

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