di Gigi Cabrino – Nell’imminenza del primo maggio la Fondazione Di Vittorio della CGIL ha pubblicato uno studio sulle conseguenze del calo delle nascite sul mercato del lavoro .
Lo studio è stato analizzato da Tgcom 24.
Tra 20 anni le persone in età da lavoro, tra i 15 e i 64 anni, saranno, 6,9 milioni in meno rispetto a oggi, mentre il numero degli anziani crescerà di 4,8 milioni. E’ quanto emerge dall’ultima ricerca realizzata dalla Fondazione Di Vittorio, della Cgil. “Un calo demografico insostenibile – avverte il presidente Fulvio Fammoni – che, se non contrastato con interventi immediati, prospetterebbe un futuro di declino cui non ci si può rassegnare”. E proprio per contrastare il fenomeno, l’attuale saldo migratorio dovrebbe aumentare di almeno 150mila persone l’anno.
La diminuzione della popolazione è un fenomeno ormai consolidato con evidenti ricadute anche sul mercato del lavoro, sottolinea l’indagine. Le previsioni probabilistiche da qui al 2043 segnalano una riduzione della popolazione residente di oltre tre milioni rispetto ad oggi, in seguito alla diminuzione dei più giovani (-903mila) e appunto delle persone in età da lavoro (-6,9 milioni). Aumenterà invece il numero degli anziani, che saranno 4,8 milioni in più.
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