di Luigi Basso – Al di là degli slogan sovranisti e nazionalisti, l’Italia ha perso la sua sovranità da decenni: non batte più moneta, non ha più un esercito di leva, le leggi votate dal Parlamento sono per lo più recepimento di normative europee, in ogni caso tutte le leggi devono essere conformi ai Trattati Europei che sono entrati a pieno titolo tra le fonti di rango primario utilizzate dai Tribunali quotidianamente nella risoluzione delle controversie.
L’ultima zona franca di sovranità era costituita da un piccolo margine di manovra finanziaria rimasto ancora in mano ai governi, peraltro usato malamente dagli Esecutivi succedutisi negli ultimi anni (basti pensare agli 80 euro di Renzi, al reddito di cittadinanza, a quota 100).
Oggi anche questa ultima riserva sovrana è finita.
Come dimostra la lettura dei provvedimenti emanati dal Governo (sull’anticipo CIG e sulla Liquidità, per esempio), lo Stato Italiano non ha più nemmeno una Cassa, tanto è vero che i soldi per fronteggiare l’emergenza Coronavirus sono messi dalle Banche: pare ovvio che se lo Stato avesse cash sufficiente, metterebbe direttamente lui i soldi, magari con un piccolo tasso, guadagnandoci pure qualcosina e facendo bella figura grazie ad un intervento veloce e rapido.
Invece no.
Peraltro lo stesso Presidente dell’INPS, meno di un mese fa, aveva detto che fino a maggio non vi sarebbero stati problemi di liquidità.
Già, e poi?
La verità mi sembra chiara e limpida.
È bastato un blocco delle tasse di due mesi per far saltare il baraccone Italia che si reggeva con lo sputo da molti anni (si dovrà affrontare un giorno, a livello filosofico (sia chiaro, eh), del potere enorme che hanno i cittadini ignari con l’arma fiscale: sono loro il vero Potere Forte, al confronto il potere dei Rockefeller fa ridere).
Adesso, quindi, verrà sottoscritto in Europa tutto quello che sarà proposto, senza possibilità di uscita.
E a farlo sarà o il Governo Conte o un Governo di Unità Nazziunale, che peraltro già si delinea formato da PD, Forza Italia, Lega per Giorgetti Premier, Renzi e pezzi vari raccolti sulla zattera.
La trappola sul Nord si sta chiudendo.
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