“Il voto europeo sull’auto elettrica? Una grande delusione, una scelta ideologica. Perche’ il destino dell’auto non e’ solo elettrico, a meno che non si voglia fare un regalo alla Cina che su questo fronte e’ davanti a tutti”. Ad affermarlo, in un colloquio con Il Messaggero, è il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti, dopo lo stop del Parlamento europeo alle auto a benzina e metano entro il 2035.
“Il voto e’ una delusione – dice Giorgetti – e non lo nascondo anche se l’esito era abbastanza scontato. E’ stata una decisione ideologica e ho sperato fino all’ultimo che prevalesse, in certi deputati di area di centrosinistra, la preoccupazione per le ricadute negative sull’occupazione. Cosi’ non e’ stato, purtroppo, l’inversione di tendenza che avevo auspicato non c’e’ stata. E’ mancata la consapevolezza del momento che stiamo vivendo. Di fronte alla sacrosanta e legittima ricerca di un mondo ambientalmente compatibile non sono state prese in considerazione le richieste per percorsi piu’ lenti che ci consentissero di affrontare meglio questo delicato passaggio verso il green che la guerra in Ucraina sta inasprendo ancora di piu'”. “La mia posizione storica – sottolinea Giorgetti – è per la neutralità tecnologica. Credo che la giusta visione della decarbonizzazione vada calata nella nostra realtà. La transizione ambientale deve tener conto anche delle ricadute sociali ed economiche su tutte le filiere altrimenti il futuro è l’eutanasia della nostra industria. Non si può restare sordi di fronte alle voci di imprenditori e lavoratori e alle loro legittime preoccupazioni. Non facciamole diventare grida di disperazione. L’impostazione europea vuole imporre ritmi e ideologie che impattano negativamente su alcuni paesi come l’Italia, la Germania e la Francia. Dobbiamo pensare a strumenti che possano fare da contraccolpo a questo ennesimo shock che penalizza la nostra industria ed economia”.
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