Un pacco. Con richiesta di firma alla consegna. Normale, consuetudine. Sicurezza. Arriva la programmazione. Consegna annunciata il giorno prima per il giorno dopo, dalle 10.45 alle 14.45. Programmi la giornata di lavoro per esserci.
Poi arriva un aggiornamento. Consegna riprogrammata dalle 14.30 alle 16.30. Sposti tutto ancora.
Infine, ma non ultimo, altro avviso a metà pomeriggio. Hai riprogrammato per nulla. Consegna entro fine giornata.
Appuntamenti persi, impegni svaniti, “sequestrati” a casa dal pacco che te lo tirano sempre più in là. Che dite, invito a cena il povero addetto alla consegna?
Che pacco. Poi ti dicono che se non ti va bene puoi riprogrammare tutto. Certo, il giorno di lavoro lo rimborsa Babbo Natale.
Poi alle 15,45 arriva il furgone del corriere. E gli avvisi via mail che mi ha inviato Ups? Resta stupito, il corriere. “Sono rimasta a casa perché è richiesta la firma!”, gli dico.
“Ma no, – mi risponde due volte stupito – da quando c’è il Cod non serve più”. Ah ecco. Ma Ups lo sa?
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