I tempi della giustizia penale sono troppo lunghi e, per ottenere un risarcimento, l’imprenditore antimafia preferisce attivare subito una causa civile. E’ successo a Torino nell’ambito del procedimento, chiamato ‘San Michele’, sull’attivita’ della ‘ndrangheta nel Torinese, ripreso oggi in Corte d’appello. L’imprenditore è Mauro Esposito, di Caselle Torinese, patrocinato in aula dall’avvocato Valentina Sandroni, che dopo le sue denunce contro la criminalità organizzata ha subito delle minacce e ha parlato della sua esperienza in un libro, “Le mie due guerre”, acquisito agli atti processuali.
Oggi, avendo preso l’iniziativa di ricorrere alla giustizia civile, è stato estromesso dal novero delle parti civili su richiesta di uno degli imputati. La sentenza di primo grado del processo San Michele fu pronunciata dal tribunale il 21 dicembre 2016. Ci furono sei condanne. La procura ha depositato il ricorso in appello il 4 maggio 2017.
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