Ssn questo sconosciuto. Nelle scuole superiori un ragazzo su 3 non conosce il suo medico di famiglia e ha idee poco chiare sulla prevenzione, in particolare sugli screening oncologici, anche se alla maggioranza sono note le diseguaglianze di accesso ai servizi. Sono alcuni risultati di un’indagine della Fondazione GIMBE legata al progetto ‘La salute tiene banco’, che si propone di formare gli studenti al corretto uso del Servizio sanitario nazionale. “
La battaglia in difesa del diritto costituzionale alla tutela della salute deve coinvolgere anche i più giovani, a partire dall’età scolastica: con questo progetto intendiamo fornire ai nostri ragazzi gli strumenti indispensabili per crescere quali cittadini consapevoli dei propri diritti e capaci di preservare la propria salute”, spiega Nino Cartabellotta, presidente GIMBE. All’iniziativa, nata all’inizio dello scorso anno, ricorda Elena Cottafava, segretaria generale della Fondazione e responsabile del progetto di all’alfabetizzazione sanitaria, hanno partecipato ad oggi “oltre mille studenti e studentesse degli istituti superiori di Bologna che, attraverso quiz interattivi, hanno risposto a domande sul funzionamento del Servizio sanitario nazionale, oltre che sulle attività di prevenzione e sulle prestazioni garantite alla popolazione, al fine di disporre di dati oggettivi su quanto i giovani conoscano realmente la sanità pubblica”.
Nel periodo febbraio 2023-febbraio 2024, si sono tenuti 8 incontri che hanno coinvolto 775 studenti degli ultimi anni delle scuole superiori. Durante gli incontri, attraverso la piattaforma Mentimeter, è stata condotta una survey di 10 domande, alla quale ha risposto un numero di studenti compreso tra 229 e 400. “I risultati della survey – commenta Cartabellotta – restituiscono un quadro di luci e ombre”. I giovani, sottolinea, “sono ben consapevoli del valore unico del Ssn e delle interazioni tra salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente e, in larga parte, delle diseguaglianze regionali in sanità. Conoscono molto meno gli screening oncologici offerti dal Ssn e oltre la metà vive nella convinzione che fare più test di screening rappresenti sempre e comunque un vantaggio. I dati forniscono poi indicazioni utili rispetto alla potenziale inappropriatezza prescrittiva degli antibiotici nelle infezioni delle alte vie respiratorie e sulle lacune del passaggio di consegne tra pediatra e medico di famiglia. In sintesi, dimostrano la necessità di trasferire ai giovani sin dall’età scolastica la cultura della prevenzione e della promozione alla salute e gli strumenti per un utilizzo consapevole del Servizio sanitario nazionale”.
Aggiunge Cottafava: “Per colmare questi gap di conoscenze vogliamo espandere il programma alle scuole di tutto il Paese. Per farlo abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding, attiva fino al 2 maggio. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti”.
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