Categorie: Cronaca

Rinviata al 10 luglio udienza per strage di Erba

E’ stata rinviata al 10 luglio l’udienza davanti ai giudici della Corte d’Appello di Brescia per le eventuali repliche sull’istanza di revisione della sentenza di condanna all’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage di Erba . Poi ci sarà la camera di consiglio per la decisione. Lo ha detto il presidente della Corte.

 “Il mio problema da 17 anni è un cortocircuito: ho in carcere Rosa con una disabilità che ti crea sofferenza tutti i giorni, ma nelle sentenze la valutazione psicopatologica di lei e Olindo Romano è un dato che è mancato e questa per me è la critica più grave”. Inizia così l’arringa di Luisa Bordeaux, legale della donna condannata in via definitiva all’ergastolo con il marito per la strage di Erba. A Brescia, nella seconda udienza del processo di revisione, emerge per l’avvocatessa che ”non è Rosa che conduce le danze. Rosa si adegua, si allinea, confessa perché qualche minuto prima Olindo gli dice che avrebbe confessato”. Le intercettazioni restituiscono una coppia che non teme le notizie della stampa sul quadruplice omicidio. ”Questa strage orrenda ha due caratteristiche: chi agisce lo fa nella completa oscurità e tutte le vittime hanno un colpo di scansione che è il colpo di grazia, stessa mano, stessa tecnica per le quattro vittime” aggiunge l’avvocatessa che ” chiede l’ammissione delle prove. Olindo sulla Bibbia invoca la verità, prima esaminate le prove e poi decidete”. La decisione sulla richiesta di revisione è attesa per il prossimo 10 luglio. 

“Noi sosteniamo che quella traccia (di sangue di Valeria Cherubini, ndr) non c’è mai stata sul battitacco”. Lo sostiene, nell’aula di Brescia del processo di revisione per la strage di Erba , l’avvocato Fabio Schembri, difensore di Olindo Romano condannato in via definitiva all’ergastolo con la moglie Rosa Bazzi per il quadruplice omicidio dell’11 dicembre del 2006 Quella foto “non dice nulla, all’interno del cerchietto rosso, con il numero 3, non c’è luminol, ci vorrebbe Houdinì” per vedere una macchia che per il legale non c’è. “Nelle confessioni dicono che ci sono sei dettagli che potevano conoscere solo gli assassini, ma quei dettagli li conoscono tutti. L’8 gennaio (del 2007, ndr) gli hanno letto le dichiarazioni di Frigerio (unico sopravvissuto) a Olindo, loro non sapevano i punti di innesco nell’appartamento dei Castagna, sapevano quello che risultava dalle fotografie, non sapevano del punto di innesco nella cameretta del bambino o sul corpo delle povere vittime”, ma invece vengono utilizzati più acceleranti sono andate avanti sono false”, aggiunge il difensore. “Le frasi non hanno spiegato i dubbi, ma li hanno nascosti. Vi chiedo di ammettere i testi e accertare i fatti che devono essere accertati” chiosa Fabio Schembri.

Redazione

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