Categorie: Cronaca

Perso un terzo dei terreni agricoli negli ultimi 50 anni

 A causa della cementificazione e dell’abbandono l’Italia ha perso quasi un terzo (30 per cento) dei terreni agricoli nell’ultimo mezzo secolo con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si e’ ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari ed effetti sulla tenuta idrogeologica del territorio e sul deficit produttivo del Paese e la dipendenza agroalimentare dall’ estero. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione della giornata mondiale dell’Ambiente celebrata dalle Nazioni Unite, il 5 giugno. Il risultato – sottolinea la Coldiretti – e’ che in Italia oltre 9 comuni su 10 in Italia (il 93,9 per cento del totale) secondo l’ Ispra hanno parte del territorio in aree a rischio idrogeologico per frane ed alluvioni anche per effetto del cambiamento climatico in atto con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una piu’ elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, il rapido passaggio dal sole al maltempo e precipitazioni brevi ed intense. Nel 2022 si sono verificati lungo la Penisola una media di 8,8 eventi estremi al giorno con vittime e danni incalcolabili secondo l’analisi della Coldiretti su dati Eswd. Per effetto delle coperture artificiali il suolo non riesce a garantire l’infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosita’ idraulica del territorio nazionale secondo l’Ispra. Per questo – continua la Coldiretti – l’ L’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilita’ di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attivita’ nelle campagne. La perdita delle campagne pesa anche sull’approvvigionamento alimentare del Paese in un momento in cui peraltro l’incertezza e la guerra sta provocando difficolta’ negli scambi commerciali favorendo le speculazioni. (segue) (Com) NNNN negli scambi commerciali favorendo le speculazioni. (segue) (Com) NNNN negli scambi commerciali favorendo le speculazioni. 

 Il primo passo nella strada del recupero della capacita’ produttiva e’ – precisa Coldiretti – lavorare sulle infrastrutture e sull’innovazione a partire dal sistema degli invasi necessari per raccogliere l’acqua e combattere la siccita’ ma occorre anche investire sulla digitalizzazione delle con lo sviluppo di applicazioni di agricoltura di precisione, dall’ottimizzazione produttiva e qualitativa alla riduzione dei costi aziendali, dalla riduzione al minimo dell’impatto ambientale con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e sul consumo di carburanti. In tale ottica – continua Coldiretti – e’ importante anche accelerare sul riconoscimento del ruolo delle nuove tecniche di evoluzione assistita (Nbt) per investire sulla genetica green capace di tutelare l’ambiente, proteggere le produzioni agricole con meno chimica e difendere il patrimonio di biodiversita’. L’Italia puo’ contare sull’agricoltura piu’ verde d’Europa con 5450 specialita’ ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialita’ Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg , la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche e una percentuale di appena lo 0,6 per cento di prodotti agroalimentari nazionali con residui chimici irregolari, oltre dieci volte in meno dei prodotti di importazione, il cui tasso di non conformita’ in media e’ pari a 6,5 ​​per cento secondo elaborazioni su dati Efsa. Nel Belpaese ad esempio – conclude la Coldiretti – ci sono 504 varieta’ iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e su 533 varieta’ di olive contro le 70 spagnole con ben 40 mila aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione.

Stefania Piazzo

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