di Benedetta Baiocchi – Ritardi, ricorsi, denunce. Il piano vaccinale è ormai costellato di insidie, di accuse, di rimpalli di responsabilità. Un caos che non genera certezze e che ha visto la Regione Veneto muoversi per prima per cercare di far da sè, attraverso percorsi autonomi per approvvigionarsi di dosi, oltretutto a quanto pare ad un costo del 10% inferiore rispetto a quanto spuntato dall’Unione europea. Ora il fronte si allarga e anche la Regione Emilia Romagna con l’assessore alla salute Raffaele Donini, intende perseguire lo stesso obiettivo.
Il clima è teso, soprattutto dopo la bocciatura del piano vaccinale di Bertolaso, congelato dal ministero e mentre i sindacati degli infermieri giudicano impraticabili le tappe di vaccinazione che dovrebbero portare entro giugno a coprire tutta la popolazione regionale. O Bertolaso ha avviato una trattativa sottotraccia per i vaccini e previsto l’assunzione di nuovo personale, oppure è tutto scritto ma sulla carta.
Insomma, da qualunque parte la si voglia vedere questa vicenda segna il fallimento di una centrale unica e spinge ancora di più i governatori ad agire in nome di una autonomia gestionale sanitaria senza la regia del commissario straordinario.
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