di Luigi Basso – Da domenica scorsa proseguono gli scontri armati al confine tra Armenia e Azerbaigian.
Finora il conflitto è rimasto circoscritto entro limiti di media intensità.
Le vittime sono una ventina e negli ultimi giorni sono trapelate notizie di droni reciprocamente abbattuti.
Tuttavia da parte azera, proprio nel fine settimana, si è superato, solo verbalmente, per ora, il limite.
Un ministro azero, come riportano numerose agenzie, ha agitato uno spaventoso ricatto, minacciando di colpire con missili la centrale nucleare di Metsamor, a pochi km dalla capitale armena, col deliberato proposito di causare una tragedia umanitaria su scala planetaria, di fatto una nuova Chernobyl.
La comunità internazionale tace anche di fronte a plateali violazioni del diritto internazionale come quella di usare minacce di compiere crimini di guerra per costingere l’avversario a cedere.
Tuttavia la minaccia azera chiama in causa tutta la comunità internazionale poiché un incidente a Metsamor avrebbe ripercussioni mondiali.
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