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Scuola e Covid – La gerontocrazia italiana ha paura dei giovani e li chiude in casa

di Luigi Basso – Scorrendo questa mattina le prime pagine dei quotidiani inglesi, dal Telegraph all’Independent, passando per il Sun, i lettori hanno potuto osservare come il dibattito pubblico oltremanica sia caratterizzato (a parte il problema della rimozione di statue storiche ritenute offensive, ma questa è un’altra storia) dal grande tema di come sono trattati i giovani, a cominciare dalla lesione del loro diritto all’ istruzione (che simmetricamente è un dovere gravante sui genitori e sulle istituzioni), a causa dell’epidemia del Coronavirus.


Il dibattito muove dalla constatazione abbastanza ovvia (per chi sa leggere e capire uno scritto) che la mortalità per Coronavirus nella popolazione under 19 è praticamente vicina allo 0.
Come ha scritto giustamente il Telegraph è più facile che un ragazzino muoia colpito da un fulmine piuttosto che per Coronavirus.
Ma allora perché i più colpiti dalle politiche di lockdown sono proprio i giovani, non solo nella loro vita di relazione, che può anche subire limitazioni, ma soprattutto nel loro diritto a ricevere una piena e completa educazione scolastica?
Perché i giovani sono portatori del virus verso i più anziani, la risposta dei Medici e dei Politici.


Dunque, la chiusura delle scuole è fatta per proteggere i più anziani e non nell’interesse dei ragazzi.
Ora, dobbiamo ammettere che le società occidentali sono gerontocrazie: il potere è in mano ai vecchi, in tutti i settori della vita civile, dall’economia alla politica, dall’università alla cultura.
Le eccezioni sono sbandierate per celare meglio la verità.


I Gerontocrati, evidentemente, nella vicenda Coronavirus, presi dal panico, hanno dimostrato di pensare solo a loro stessi: tuttavia, avendo un orizzonte visivo di 10 anni al massimo, non erano interessati a calcolare i danni che la loro decisione di chiudere le scuole avrebbe avuto sulla società nei prossimi 20/30 anni, quando ci saranno medici, farmacisti, ingegneri, con 2, 3, 4 anni di studi in meno sulle spalle.


I Gerontocrati avrebbero dovuto mettersi loro in quarantena con tutte le garanzie e lasciare ai giovani almeno lo studio, il diritto più importante per un bambino o un ragazzo.
Ma avrebbero perso potere, sarebbe stato come abdicare: non sia mai!
Il dibattito britannico è fondamentale, peraltro, alla luce delle possibili e prevedibili future ondate di Coronavirus negli anni a venire.
Vogliamo negare la scuola ai nostri ragazzi per i prossimi 2, 3, magari, Dio non voglia, 4 anni?
Ne discutono, oltremanica, con franchezza e angoscia.
Questo dibattito, in Italia, è ovviamente assente.
Ma l’Italia non è più nemmeno una gerontocrazia: è una zombiecrazia.

Luigi Basso

Luigi Basso - Avvocato civilista

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