di Roberto Gremmo – Il consiglio regionale della Valle d’Aosta ha dato un sonoro schiaffone autonomista al governo centralista ed a vocazione meridionalista romano. Grazie alla compattezza delle forze politiche autonomiste che si sono trainate anche i consiglieri della Lega, è stata approvata con largo margine una legge regionale che libera le attività economiche regionali, specie quelle legate agli sport invernali ed autorizza finalmente i turisti a raggiungere le località montane. Si sono astenuti soltanto i consiglieri del Partito Democratico, benché appoggino il governo regionale, ma il segnale politico dato dal parlamento valligiano è comunque forte e chiaro.
Non a caso, da Roma si è subito replicato che il governo da sempre ostile a tutto quello che viene dal Nord intende a tamburo battente impugnare la legge regionale valdostana, reagendo con una celerità che conferma la sua ostilità verso ogni istanza di vero decentramento amministrativo e un sordo rifiuto di ogni istanza autenticamente federalista.
Eppure, come è emerso nel dibattuto in consiglio regionale, l’inclusione della Valle nella “zona rossa” si basava su rilevazioni ormai vecchie di giorni e, dunque, il superamento delle norme restrittive era di per se stesso giustificato. La Regione ha dunque agito non solo legittimamente ma anche con piena ragione. Malgrado siano amministrate da forze politiche di centro destra e dunque contrarie al governo centrale, Regione Piemonte e Regione Lombardia non sembrano avere il coraggio di difendere con adeguate misure legislative le proprie comunità alpine. Invece il gesto di coraggio dei valdostani non dovrebbe restare isolato.
Photo by Matteo Max Putzolu
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