Categorie: Politica

Tso per i ricoveri coatti? Il sindacato di Polizia Coisp: guardate che la norma esiste già, pene fino all’ergastolo per chi diffonde l’epidemia

Mentre sta facendo discutere il ritorno di contagi e in particolare il caso veneto con un episodio che ha visto resistenze alla cura, la questione del trattamento sanitario obbligatorio per i positivi al coronavirus che rifiutano il ricovero è diventato il tema del giorno. Il governatore Luca Zaia lo ha evocato come sistema per risolvere il problema della diffusione ulteriore del Covid. Ma il Tso in questi casi esiste già.

A spiegarlo è Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia ‘Coisp’. “Il ‘Tso’ e’ una misura di prevenzione adottata quando ci sono persone in stato di alterazione psicofisica, è regolamentato con una legge del 1978 e ovviamente non tiene conto delle evoluzioni degli ultimi mesi sul Covid e i rischi di pandemia. Quindi il primo problema per una sua applicazione alle persone positive al coronavirus sarebbe di tipo normativo. Una persona in possesso delle proprie facoltà viene giudicata tale da un medico o sanitario della Asl ed è previsto un intervento delle forze di polizia, le quali chiamano il 118 richiedendo il Tso.

Ma se il medico reputa che quella persona sia presente a se stessa e non abbia caratteristiche psico-fisiche alterate rispetto alla normalità, non si può far applicare il Tso. Perciò da questo punto di vista sarebbe necessaria una modifica normativa”. Il sindacalista chiarisce quindi che “esistono gia’ reati penali per chi è a conoscenza di una patologia e sono previsti dal nostro ordinamento giudiziario. Questo valeva anche ad esempio quando tanti anni fa ci sono state epidemie come il colera – sottolinea -. L’articolo 438 del codice penale prevede pene tra gli 8 anni e l’ergastolo per chiunque cagioni un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni. Se la patologia viene certificata, è inoltre previsto l’obbligo di ricovero in una struttura appositamente dedicata: è già successo in questi mesi con chi si allontanava dalla quarantena. E se la persona oppone resistenza al ricovero, viene piantonata”. C’è poi un’altro aspetto, che riguarda gli agenti delle forze di polizia: “servono adeguate forniture sui dispositivi di protezione individuale per gli agenti che in questi casi devono intervenire”, conclude. 

Stefania Piazzo

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