Categorie: Politica

Scozia, indipendentisti divisi. Salmond contro Sturgeon

E’ guerra aperta a colpi di accuse legali dentro il partito indipendentista scozzese, l’Snp, che guida il governo locale di Edimburgo. L’ex leader Alex Salmond, nonche’ ex ‘first minister’, ha puntato il dito contro i suoi alleati e contro la sua ‘delfina’, Nicola Sturgeon, che ha preso il suo posto dopo le dimissioni in seguito alla sconfitta nel 2014 del movimento secessionista nel referendum per l’uscita dal Regno Unito. Salmond e’ convinto che sia stato orchestrato un complotto nei suoi confronti, con la serie di accuse sessuali, inclusa quella di stupro, piovute su di lui e dalle quali e’ stato scagionato in un processo nel marzo dello scorso anno.

Il 66enne ex leader in un lungo documento, presentato alla commissione che valuta la gestione delle denunce di molestie da parte del governo locale, afferma di essere stato sottoposto a una campagna diffamatoria per allontanarlo dalla vita pubblica. In particolare, ha puntato il dito contro il marito di Sturgeon, il dirigente dell’Snp Peter Murrell, che avrebbe schierato figure di alto livello per convincere alcuni membri dello staff a presentare denunce contro di lui alla polizia. In una dichiarazione, inoltre, attacca direttamente Sturgeon per violazione del codice ministeriale: accusa che se provata potrebbe costarle il posto.

La nota e’ al centro di un ulteriore scontro: e’ stata prima pubblicata per intero sul sito del Parlamento e poi redatta con alcune parti eliminate. L’attesa resa dei conti e’ prevista domani a Holyrood, ma Salmond ha comunque deciso di non partecipare. Dal canto suo, l’attuale ‘first minister’ afferma che “non c’e’ un brandello di prova” a sostegno delle “folli” affermazioni di Salmond, e ha accolto con favore la possibilita’ di confutare le “teorie del complotto” emerse su di lei. La vicenda rischia di pesare sulle elezioni locali di maggio, alle quali l’Snp si presenta favoritissimo e spera di andare oltre il 50% dei consensi per tornare poi a fare pressioni su Londra con la richiesta di un nuovo referendum sull’indipendenza.

Stefania Piazzo

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