Categorie: Politica

L’Ue pensa a Greta, Pechino a conquistare il mondo. L’attacco in Ladakh, obiettivo l’India

di Luigi Basso – Il Ladakh è una mitica regione semideserta Indiana, al confine con la Cina.
Appartiene a quei territori talmente belli e unici che il visitatore è assalito dal dubbio di trovarsi su di in un altro pianeta, ma oggi tutti parlano del Ladakh per via di uno strano incidente accaduto tra truppe indiane e soldati cinesi lungo una delle più controverse linee di confine degli ultimi 200 anni.


Per dire: già l’impero Cinese e la Gran Bretagna, nel 1800, litigavano sul tracciato del confine che correva tra picchi ghiacciati, laghi, fiumi e burroni abissali.
L’incidente accaduto ieri è strano poiché sembra che vi abbiano perso la vita 20 soldati Indiani ed un numero ignoto di militari cinesi, ma, tuttavia, i comandi degli eserciti negano che si siano sparati colpi di arma da fuoco, al punto che alcuni reporter ipotizzano che si sia svolta una battaglia all’arma bianca, con pugni, mazze, pietre e coltelli.


Se ciò è corretto, ovvero se lo scontro non è stato “a fuoco”, appare evidente che le due potenze nucleari hanno voluto rimanere entro i limiti del conflitto a bassa intensità senza entrare nello “stato di guerra”.
Non è stato oltrepassato, in altre parole, il punto di non ritorno.


Tuttavia, occorre riconoscerlo, mai come oggi le due potenze nucleari della regione si sono scontrate tanto duramente dai tempi della Guerra Sino Indiana del 1962.


Il confine del Ladakh riveste una importanza strategica non solo dal punto di vista militare, per via della sua collocazione strategica tra le vette del Karakorum e dell’Himalaya, ma soprattutto per via della sua centralità nel bacino idrografico dell’area.


Le sorgenti, i fiumi, i laghi e le dighe del Ladakh sono un asset fondamentale nella guerra per il controllo delle risorse energetiche mondiali, guerra che l’UE non ha neppure iniziato a capire nella sua vitale importanza per i prossimi 100 anni.


L’UE pensa a Greta e alle pale eoliche, mentre le Grandi Potenze si disputano ghiacciai, fiumi, terre coltivabili, giacimenti di metalli e carbone, etc, tanto per capire cosa è la geopolitica mondiale (ma questa è un’altra storia).


Il significato di quanto accaduto nel Ladakh è che il gigante cinese è talmente cresciuto che ormai non nasconde più il suo imperialismo e le sue aspirazioni di conquista del Mondo.


Accade sempre nella Storia, gli esempi sarebbero infiniti, che le Potenze arrivino ad un punto tale di forza tale che le loro elites, quasi per un fattore meccanico, non riescono più a comprimerne l’energia e che, anzi, ogni tentativo di contenimento abbia l’effetto opposto.


Come una molla che può essere caricata solo fino ad un certo punto.
Gli indizi che la Cina stia straripando ed abbia rotto gli argini sono sempre più numerosi e frequenti.

Photo by naman srivastava

Luigi Basso

Luigi Basso - Avvocato civilista

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