Categorie: Politica

Frontalieri, Gadda (IV): Un passo avanti per ratifica a tutela di 90mila nostri lavoratori

“Con il voto di giovedì 4 maggio alla Camera facciamo un ulteriore passo in avanti verso la ratifica di un accordo che i nostri territori di confine con la Svizzera attendono da anni. Ora il Senato approvi in fretta, serve ammodernare il sistema dal punto di vista giuridico e fiscale, attuare le nuove misure a sostegno delle imprese e dei territori di frontiera, e soprattutto vedere riconosciuti e garantiti i diritti di quasi 90mila lavoratori italiani. Una unica amarezza. Sul telelavoro siamo ancora lontani dall’individuazione di una soluzione strutturale, peccato che la maggioranza non abbia dato parere favorevole ad un mio emendamento di buonsenso. Ma sono certa che in modo bipartisan con i deputati del territorio continueremo a fare pressioni sul governo per raggiungere l’obiettivo, come avvenuto oggi sottoscrivendo reciprocamente i nostri ordini del giorno sul tema”. Lo ha detto Maria Chiara Gadda, deputata di Azione-Italia Viva, nel corso della dichiarazione di voto sulla ratifica dell’accordo fiscale tra Italia e Confederazione Elvetica.


“Dell’accordo, sottolineo due questioni, una di metodo e una di merito. Questo testo non è stato calato dall’alto ma è frutto di una concertazione positiva che ha trovato nel memorandum d’intesa con l’associazione italiana comuni di frontiera, parti sociali, e sindacati il punto più qualificante. Nel merito, il testo raggiunge obiettivi che soltanto pochi anni fa erano impensabili. Consente infatti di non penalizzare gli attuali lavoratori transfrontalieri. Quanto ai nuovi assunti dal 2024, bene l’innalzamento della franchigia da 7500 a 10000 euro. L’altro elemento di sostanza è quello di aver garantito le risorse per i comuni, necessarie per sostenere servizi e opportunità per migliaia di cittadini e imprese. La novità, inoltre, del fondo che oggi è di 1,66 milioni ma a regime entro il 2045 potrà contare su 220 milioni di euro, consentirà di riconoscere le peculiarità di un territorio bellissimo ma complesso in termini infrastrutturali e dove le imprese italiane scontano una concorrenza enorme sul costo del lavoro rispetto alla Svizzera. E’ rimasto tuttavia irrisolto il nodo del telelavoro. Chiedo quindi al ministro Giorgetti di dare corso agli impegni che anche con me aveva preso a febbraio in aula, perché altrimenti per molte persone, soprattutto donne, sarà difficile conciliare vita e lavoro. Si rinnovi subito l’accordo amichevole, avere inserito nel testo approvato oggi la data del 30 giugno è semplicemente inutile”, ha concluso.

Redazione

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