“Sto andando via da Fi dopo che Berlusconi l’ha lasciata. Certo, c’è formalmente. È il presidente. Ma c’è chi approfitta della possibilità di stargli vicino utilizzandolo come una sagoma di cartongesso per aumentare il proprio potere personale che nulla ha a che vedere con l’interesse del partito e dei cittadini. Non è solo Tajani. Quando qualcuno sale sul trono vicino a Berlusconi dimentica quanto di negativo è accaduto in un partito che alle europee del ’95 era al 35% oggi oscilla tra il 6 e l’8%. Un partito che ha perso 50 parlamentari da quando è arrivato Tajani ai vertici”. Lo afferma Michaela Biancofiore, passata a ‘Coraggio Italia’, in un’intervista a ‘La Repubblica’. “Nulla in contrario -aggiunge riferendosi sempre all’attuale coordinatore di Fi- che sia il capo del partito se passasse dal rispetto dello statuto e magari da un congresso. In politica c’è una sola unità di misura: il consenso. E quando se ne vanno migliaia di dirigenti sul territorio, di eletti, di voti, allora devi prendere coscienza che il consenso non lo hai. Ho telefonato a Berlusconi, che ha cercato di convincermi, non se l’è presa. Il motto di Fi ora è meno siamo, meglio stiamo, per far fuori i non allineati, come me”.
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