di Luigi Basso – Racconta Fedro, in una delle sue più efficaci favole dalla potente morale, che un leone, dopo mille battaglie, stava lentamente morendo.
Approfittando della sua debolezza, molti animali, che avevano subito offese dal leone, gli si avvicinarono per colpirlo e finalmente dare sfogo al rancore covato per tempo.
Da ultimo, anche l’asino, l’animale meno valoroso, sferrò un calcio al volto del leone, il quale, prima di morire, disse: “posso sopportare gli attacchi dei forti, ma essere colpito dall’animale di meno valore è come morire due volte”.
Questa mattina la memoria è andata a questa favola, leggendo questa mattina l’intervista a Toti che il Corriere ospita nelle pagine molto interne.
Il neo confermato Presidente della Regione Liguria attacca Salvini accusandolo di essere un rosicone invidioso del suo successo e di essere incapace a reggere la coalizione di centrodestra.
Ora, Toti scopre l’acqua calda su Salvini, ma a noi sembra un atteggiamento codardo dire queste cose oggi, con un Salvini che annaspa al 15% dei consensi e con i commercialisti vicini alla lega in manette, e non quando Salvini era al 38% un anno fa.
Ecco, Toti ricorda proprio l’asino di Fedro che prende a calci il leone morente.
Photo by Tim Mossholder
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