Categorie: Opinioni

Primarie del Pd Bonaccini-Schlein. Ha votato l’elettore o il tifoso?

di Stefania Piazzo – Le regole del Pd per l’elezione del segretario politico contemplano una rappresentanza singolare. Perché, per quanto si voglia far passare per la selezione delle primarie l’indicazione e il voto del vincitore, in realtà la base elettiva non riguarda i tesserati in senso stretto, ma è aperta all’universo mondo. Elly Schlein non è stata eletta dalla cosiddetta base, ma da chi ha dichiarato di votare Pd, ha versato due euro e ha posto nell’urna il suo nome. E da qui esce già il primo dato perché sui circa 1,2 milioni di elettori, andrebbe scorporato il primo step dove hanno votato i circoli che davano in vantaggio Stefano Bonaccini.

Ecco i dati ufficiali riportati dal Pd.

dati definitivi dei congressi di circolo che si sono svolti dal 3 al 19 febbraio.

I votanti sono stati 151530.

I risultati sono i seguenti:

Bonaccini 79787 voti, pari al 52,87%.

Schlein 52637 voti, pari al 34,88%.

La “giuria popolare” non necessariamente tesserata, ha preferito Schlein. Un milione di cittadini ha dato un’indicazione diversa. C’è dunque una base reale e una base dirigente scollegata. Aprire a tutti è una scelta, ma in passato ha riservato non pochi problemi. Il che non vuol dire, sia chiaro, che il risultato finale dei giorni scorsi non sia legittimo. Anzi. Tutto regolare, ci mancherebbe. Ha vinto chi ha saputo convincere di più e muoversi meglio.

Ma il sistema delle primarie in passato ha prestato il fianco a notevoli polemiche. La corsa alla quantità ha giocato brutti scherzi a volte.

Leggiamo sul saggio di Luca Gori, a cura dell’Associazione italiana dei costituzionalisti dal titolo caustico “Elezioni primarie ovvero elezioni della bocciofila?” che l’esperienza delle primarie pugliesi della coalizione di centro-sinistra del 2005 e del 2010 per la selezione del candidato Presidente della Regione, con la vittoria di Nichi Vendola, poneva il diverso problema che «nelle primarie si attivano in special modo gli elettori estremi, dalle preferenze intense» (cit. Giovanni Pasquino, Democrazia, partiti, primarie, in Quad.reg.tosc., 5). Infatti, la profonda mobilitazione dell’elettorato di sinistra, compreso quello della sinistra DS e del sindacato, avrebbe portato all’individuazione di una candidatura sostenuta da una minoranza con poche chance di “parlare al centro”, in difficoltà a conquistare i voti di un elettorato moderato, maggioritario e magari incerto”.

Le primarie sono state in passato caratterizzate anche da episodi critici. Lo studio dei costituzionalisti cita un caso, su tutti. Aprile 2016.

“L’apparente tranquillità con la quale si sono svolte le primarie è stata turbata, il giorno successivo alle primarie (7 marzo), dalla pubblicazione sul sito Fanpage.it di un video nel quale erano ripresi alcuni consigliere comunali e municipali nonché privati non identificati nell’atto di consegnare ai votanti (o, forse, più genericamente passanti…) contributi in danaro, sia al fine di pagare il previsto contributo di un euro sia al fine di remunerare l’elettore per la disponibilità, chiedendo di indirizzare il voto verso la candidata Valente (e, in alcuni casi, precisando di non votare per Antonio Bassolino). Parallelamente ai ricorsi interni promossi per la verifica della regolarità delle primarie, la Procura della Repubblica di
Napoli ha iscritto nel registro delle informative non costituenti notizia di reato”.

Ma un altro precedente turba le consultazioni anche altrove. “Le primarie di coalizione di centro-sinistra per la scelta del candidato Presidente della Regione Liguria hanno visto l’annullamento, da parte del Collegio dei garanti, del voto in tredici seggi elettorali (su ventotto oggetto di segnalazione) in quanto interessati da fenomeni di pressione e condizionamenti sugli elettori o dazione di danaro in cambio di determinate espressioni di voto. Il Collegio, peraltro, segnalava comunque una serie di situazioni anomale che, pur non dando luogo all’annullamento del voto, risultavano comunque
fortemente sospette. Il testo della decisione è reperibile all’indirizzo http://pdligure.it/primarie-regionali-“.

Ovviamente non è il caso che ci interessa, il passato è passato, ma questo presta il fianco a chi, con malizia politica, può supporre che attori esterni possano approfittarsi volontariamente del sistema per tifare da una parte piuttosto che da un’altra. Senza per questo pagare per forza qualcuno. Semplicemente puntando sul cavallo vincente che fa più gioco.

Se devo tifare per una squadra “avversaria”, lo faccio affinché quella rivale con cui io competo, perda.

La situazione del Pd, politicamente parlando, rappresenta un caso singolare in Europa. Vediamo perché.

Veniamo al presente. L’obiettivo dichiarato della nuova segretaria del Pd è quello di spostarsi a sinistra. In Europa però le socialdemocrazie, si alleano con le forze liberali. Come in Germania (Merkel insegna), come in Spagna. In questo caso invece il Pd preferisce l’uno vale uno dei 5Stelle e il loro traino a sinistra.

L’Italia del primo dopoguerra era già di per sè un’anomalia in Europa. Aveva un Pci forte e un Psi più debole. Alla caduta del muro, l’ex Pci si sposta verso la socialdemocrazia, in Europa è da qualche anno in questo gruppo. Il passaggio arriva con Matteo Renzi, un ex democristiano, che traghetta il Pd verso posizioni più centrali ed europeiste.

Paradossalmente, la svolta del Pd di oggi è invece destinata ad andare in potenziale conflitto con l’assetto europeo, mentre la destra risulta essersi allineata di più con l’Europa.

Il linguaggio, i temi rilanciati dalla nuova segreteria del Pd vogliono riportare la classe operaia in paradiso, sembra un approccio veterocomunista, un ritorno al passato, una ventata di sogni e utopie. Sono scelte legittime.

Ma la domanda di fondo che ci si può porre è se la quantità dei voti rappresenti in questa modalità di “suffragio universale” anche la qualità. Se sia un voto “competente”, che ha compreso dove si sta andando se si pigia il bottone rosso piuttosto che quello blu. E’ un rischio che gli elettori hanno deciso di correre. Il partito sarà giudicato dai fatti. E dai tifosi che lo hanno votato. Un caso di epistocrazia?

Stefania Piazzo

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