Categorie: Opinioni

Macroregione Adriatica 4 regioni la vogliono. Il Nord nemmeno ne parla

di Sergio Bianchini – Sabato 24 ottobre 4 regioni della costa adriatica si sono incontrate a Pescara, dietro la spinta del neoeletto Governatore delle Marche Acquaroli. Candidato del centrodestra Acquaroli ha sconfitto la sinistra che governava le marche da alcuni decenni.

Marche, Abruzzo, Molise e Puglia hanno firmato un protocollo col quale decidono una prima fase di consultazione permanente che porti in tempi rapidi e tramite una interazione col governo alla formazione di una macroregione Adriatica.

L’idea non è nuova, circola in forme e grandezze molto diverse da almeno 16 anni e prevedeva inizialmente una convergenza di tutte le regioni gravitanti sull’adriatico sia dal lato Italiano che da quello balcanico.

Il neoeletto presidente della Regione Marche sta dando un nuovo impulso, tutto Italico, che dovrebbe vedere la convergenza delle 4 regioni convenute ieri ad Ancona e firmatarie del protocollo.

Si dichiara esplicitamente che con questa operazione le 4 regioni raggiungerebbero una massa critica, cioè una popolazione vicina ai 7 milioni di abitanti dislocata su un territorio con caratteristiche molto comuni e collegamenti terrestri e marittimi molto naturali. Con questa dimensione si pensa ad una forte crescita nella capacità progettuale sia nei confronti della realtà nazionale che di quella europea ed una maggiore facilità di accesso ai finanziamenti di grandi progetti.

La domanda che sorge spontanea è: come mai Lombardia e Veneto non parlano mai di macroregione? Peggio, non parlano nemmeno di collegamento permanente su grandi temi come oggi potrebbe essere la lotta al Covid.

Non parlano neppure di consultazioni occasionali o di semplici scambi di idee sulla vicenda della richiesta di autonomia che ormai da anni giace tacitamente nelle retrovie della diplomazia.

E’ evidente che unendosi e raggiungendo una popolazione di 15 milioni di abitanti la macroregione lombardo-veneta acquisterebbe una forza irresistibile sia per ottenere maggiore autonomia che per incidere sulle vicende di governo dell’Italia intera.

Varie volte chiesi nella lega come mai la cosa non si facesse. La risposta fu sempre che “i veneti non vogliono”. Ma anche i lombardi non ne parlano mai. Perché?

Redazione

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