Categorie: Opinioni

Ma davvero i partiti di tre governatori su quattro del Nord vogliono l’autonomia?

di Gigi Cabrino – Come molti altri comuni ci troviamo ad approvare variazioni di bilancio per l’aumento esorbitante dei prezzi delle materie prime e delle spese per luce e gas. Questo è un tema che mostra chiaramente come le politiche comunali siano interconnesse con la politica nazionale e non solo.

I presidenti delle regioni del Nord che hanno avviato processi per il riconoscimento dell’autonomia differenziata, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, negli ultimi mesi non hanno mancato di osservare che se l’autonomia richiesta allo stato centrale fosse stata riconosciuta, regioni ed enti locali non avrebbero i problemi che si stanno presentando sul fronte dell’aumento dei costi di materie prime, elettricità e riscaldamento.

Proprio poco prima che questo Consiglio approvasse all’unanimità la mozione da me presentata con cui si chiedeva alla Regione Piemonte di procedere speditamente sul processo di autonomia avviato, il presidente della Regione Emilia Romagna lanciava l’allarme sul rischio di comuni che rischiavano di non potere più scaldare ed illuminare gli uffici municipali, richiamando l’urgenza del riconoscimento dell’autonomia richiesta.

Il Presidente del Consiglio Draghi mercoledì 20 luglio nelle comunicazioni al Senato, al termine delle quali ha rassegnato le dimissioni al Presidente della Repubblica, ha dichiarato , in merito al processo di riconoscimento di autonomia differenziata: ci sono altri impegni che l’esecutivo vuole assumere che riguardano, ad esempio, (…) la discussione per il riconoscimento di forme di autonomia differenziata”.

E’ necessario ricordare, per rispetto della verità, che i partiti di appartenenza dei presidenti di tre delle quattro regioni che hanno richiesto forme di autonomia differenziata – Piemonte, Lombardia e Veneto – non hanno votato a favore di queste comunicazioni.

Consigliere comunale Grande Nord San Giorgio Monferrato

Redazione

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