“Il nostro zoccolo duro c’è ancora. Fino a ieri ha votato per Salvini e oggi si sta ponendo il dubbio di non andare a votare. Gli elettori della Lega storica non votano per Giorgia Meloni come non votano per il Pd. È uguale per loro: sono post-ideologici, è un’altra storia”. Così a LaPresse Gianni Fava, ex assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia e deputato leghista dal 2006 al 2018, ultimo sfidante di Matteo Salvini al congresso. “Fino a poco tempo fa – ha aggiunto – qualcuno ha pensato che Salvini potesse essere talmente grande da comprendere anche le istanze del Nord e dei nordisti. Oggi quelli sono disillusi e vorrebbero ritornare alla Lega Nord. Sono i militanti, non i dirigenti della Salvini premier: sono due mondi diversi. Molti di questi dirigenti che oggi dicono di tornare alle origini non c’erano nemmeno alle origini, non sanno di che cosa parlano. Molti di quelli che invocano i congressi della Lega di Salvini non c’entrano nulla con la storia della Lega Nord”. “Salvini – ha detto ancora Fava – ha costruito un partito suo, personale, con il suo nome nel simbolo, addirittura con una denominazione che ha un obiettivo specifico, cioè portare lui a fare il premier. Per quanto mi riguarda, Salvini in quel partito può fare quello che vuole ma è la Lega Nord il problema. Questo è l’equivoco che va risolto. Io sono convinto che migliaia di elettori in questo momento congelati nell’alveo del non voto tornerebbero a votare con un riferimento politico di quel tipo”, ha concluso.
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