di Roberto Gremmo – Se non ci fosse, il fantasioso Capitan mojito bisognerebbe inventarlo, perché solo le sue funamboliche esternazioni riescono a rallegrare questi giorni grigi di mascherine, contagi, zone multicolori ed obblighi imposti minacciando di saccheggiare un centinaio di euro ai pensionati troppo spaventati per ubbidire ai nuovi ordini del soldatissimo prestato alla vaccineria.
Applausi a scena aperta stanno salutando le ultime uscite mojianti che propongono un governo di segretari di partito nel preciso momento in cui proprio il prestigio e la credibilità dei Partiti sono andare sotto le scarpe. E che dire del nucleare, bocciato da anni da un referendum popolare ma propugnato in un singolare lingua lingua dal Capitano e da quella burocrazia europea che una volta era la bestia nera del nostro Fracassa della Bovisa. Ultima masochistica trovata l’idea a di tornare alla leva obbligatoria, una prospettiva che toglie alla nuova super-Lega Salviniana il voto di noi ultra sessantenni che solo a sentir di nuovo parlare di naja ci prendiamo un accidente. Tre palle, un colpo. Ogni spettacolo un autogol, uno sbaglio, la perdita di consensi. Il re e’ sempre più nudo, il Capitano sempre più di cartapesta.
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