Categorie: Opinioni

Chi è il “vero” papa?

di Giuseppe Rinaldi – Non è da oggi che si parla, disputando in alto loco, della rinuncia di Benedetto XVI, Papa Ratzinger, a sedere sull’alto soglio che lo rende Vicario di Cristo sulla terra.

Detta rinuncia non convince molti studiosi del Diritto Canonico e, pertanto, si susseguono, pareri, punti di vista, opinioni e pensieri tutti convergenti in una sola domanda: Ratzingher si è veramente dimesso da Papa? Poteva farlo?

Spesso nella vita di tutti i giorni ci accorgiamo che il “troppo stroppia”, che l’eccesso di giustizia equivale a ingiustizia (“Summum ius, summa iniuria”, diceva Cicerone), che il “Soverchio rompe il coperchio” ecc. Ciò vuol dire che anche l’eccesso di cultura, di dottrina e sapienza può complicare ciò che una semplice interpretazione logica, magari terra terra, fatta dall’uomo della strada, condurrebbe a risposte se non esaustive ed esatte almeno condivisibili.

Lasciamo, per un attimo, che una pia donna, alla cui schiatta appartenevano le madri o nonne che in chiesa entravano regolarmente col velo in testa e le braccia coperte anche se fuori c’erano 40 gradi, faccia mente locale al problema. Che cosa penserebbe della questione in atto su chi sia il vero papa: Ratzinger o Bergoglio?

Educate religiosamente da esigenti parroci, frequentatrici, se figlie di buona famiglia, di scuole rette da suore francesi che insegnavano loro la lingua d’oltre alpi in quanto idioma delle corti di tutto il mondo, oltre al ricamo, al pianoforte o violino, alla buona conversazione, al saper ricevere, il tutto condito da falsa modestia, religiosità imposta e castità coatta, secondo i voleri di “mammà”, si da divenire ottime ragazze da marito, cosa avrebbero mai pensato queste ragazze e poi donne del dilemma su chi sia il vero Papa?

Non avrebbero avuto dubbi. Perché? Perché avrebbero seguito un fil di logica, pur senza poco o nulla sapere dei presocratici, ma facendo proprio, forse inconsciamente, il sillogismo: ”Tutti gli uomini sono mortali; Socrate è un uomo; Socrate è mortale”.

Pertanto, il santo Padre è eletto in un “Conclave” ove a farla da padrone (si è detto da sempre), è lo Spirito Santo. Non per nulla prima dell’elezione si celebra la “Missa pro eligendo Romano Pontefice” cui fa seguito il “Veni Creator Spiritus”, canto liturgico volto a chiedere l’intervento divino e salmodiato dagli stessi cardinali mentre si predispongono al loro alto ufficio.

Da ciò non v’è alcun dubbio, per i credenti, sulla presenza dello Spirito Santo in conclave allo scopo di guidare la mano dei votanti, anche se non sempre l’indicazione è stata felice, perché di pontefici con poca carità cristiana la storia della Chiesa è piena.

Proseguendo: se è Dio, nella Sua Terza Persona (Dio uno e trino, cosa complicatissima, anche i teologi hanno il loro ufficio UCA, Complicazione Affari Semplici), ha eletto il pontefice questi non può dimettersi se non consegnando la sua volontà direttamente a Dio, cosa in sostanza impraticabile. Ne consegue che un Papa può, forse, rinunciare al suo compito di amministratore della Chiesa delegando ad altri tale impegno, ma non certamente all’essere Sommo Pontefice, giacché a ridimensionare la sua funzione può unicamente Colui che tale funzione gli ha dato: Dio.

Così, semplicemente, di là da ogni fine disquisizione in proposito, al di sopra di dispute teologiche ad alto livello in un contesto che neppure gli addetti ai lavori mostrano di avere le idee chiare.

Il Papa è Ratzinger, avrebbero, dunque, risposto al quesito quelle pie donne, infischiandosene altamente dei distinguo tra “munus” e “ministerium”, dei canoni del Diritto Canonico, di quel 332, paragrafo 2 che ammette la rinuncia al suo ufficio del romano pontefice, purché fatta liberamente e che venga debitamente manifestata. Non è richiesta invece che qualcuno l’accetti. Tutte cose scritte dagli uomini, che non assumono la veste di sacre scritture come la Bibbia per fare un esempio, mentre il nome del papa sulle schede del conclave è scritto da Dio, i cardinali ne sono unicamente il mezzo, il veicolo, il braccio; la mente sta ben altrove.

E Bergoglio? Domanda difficile e delicatissima per tutti gli atti da lui firmati. Molto dipende da chi e come è stato nominato. In primis, in quell’occasione c’era o non c’era lo Spirito Santo?

Giuseppe Rinaldi

Nato in Piemonte cresciuto in Sicilia: Siracusa, Adrano, Giardini Naxos. Cavaliere della repubblica, pensionato, 46 anni di servizio presso l’Agenzia delle Entrate già Uffici Imposte Dirette. Ha scritto per Tribuna del Mezzogiorno; Gazzetta del Sud; Il secolo d’Italia; La Padania e qualche testata locale.

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