di Luigi Basso – La propaganda, che peraltro accompagna sempre l’insediamento di ogni Presidente degli USA (tranne che Trump nel 2017), non sapendo cosa altro dire, sta sottolineando i primati progressisti stabiliti dall’amministrazione Biden: il primo vicepresidente donna e di colore (Kamala Harris, che alle primarie era tanto amata dalla base Dem da essere costretta a ritirarsi quasi subito), il primo sottosegretario alla salute transgender (la 60enne Rachel Levine, infatti, dieci anni fa era un cinquantenne padre di due figli, sposato), e così via.
Dato che il sesso, la razza, la religione non dovrebbero neppure essere oggetto di attenzione, si capisce al volo che questi argomenti nascondono il vuoto politico assoluto che circonda certe scelte e cercano di occultare altre questioni ben più gravi.
La più rilevante da sottolineare in queste ore è senz’altro la decisione di Biden di nominare il Generale in pensione Lloyd Austin come segretario alla difesa.
Infatti Lloyd Austin è andato in pensione da meno di sette anni e, in base al National Security Act, non potrebbe essere nominato Segretario alla Difesa.
Biden ha quindi chiesto al Parlamento – che controllerà per i prossimi due anni nei due rami – di dare una deroga.
Il divieto stabilito dal National Security Act ha una sua ragione ben precisa: impedire che sia un militare, o una persona ancora troppo legata al mondo militare, a dover controllare il Pentagono.
Nel delicato meccanismo di pesi e contrappesi del sistema americano, si è creduto che fosse opportuno mettere il Pentagono sotto la supervisione di un civile.
La stampa Dem negli USA ha commentato la questione con un’alzata di spalle, dicendo che è una quisquilia e che Lloyd Austin è la scelta giusta perché è bravo e, poi, anche perché sarebbe il primo Segretario alla Difesa di colore della storia USA.
E con questa osservazione, il cerchio si chiude.
Resta una domanda: se Trump avesse fatto una nomina in violazione del National Security Act probabilmente sarebbe stato accusato di voler far partire la Terza Guerra Mondiale. O no?
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