Stop alla caccia nelle zone devastate dall’alluvione dell’Emilia Romagna dello scorso maggio. È quel che chiedono le associazioni ambientaliste e animaliste (*) alla Regione Emilia-Romagna che, nel suo calendario venatorio, prevede addirittura una preapertura della stagione venatoria che consentirà di sparare ad alcune specie sin dal 3 settembre.
«Nell’arco di venti giorni, due grandi alluvioni in sequenza hanno causato una grave devastazione nel territorio, colpendo pesantemente anche la fauna selvatica che ha visto il proprio habitat distrutto», ricordano le associazioni. «In conseguenza, sono state compromesse, quasi sempre in maniera irreparabile, nascite e nidificazioni in corso proprio in quel periodo sia nei territori montani, sia in pianura».
Le associazioni chiedono dunque alla Regione Emilia-Romagna la doverosa applicazione dell’articolo 19 della legge nazionale n. 157/92 in cui si prevede che le Regioni possano vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia “per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità”. Chiedono anche all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) di esprimere un parere sul merito della questione.
«Per queste motivazioni, che dovrebbero essere condivisibili anche da coloro che sostengono di avere a cuore la natura e il benessere della fauna selvatica per poi ucciderla, confidiamo in una sospensione dell’imminente apertura della stagione venatoria per dare la possibilità agli animali selvatici di recuperare un normale ciclo vitale irrimediabilmente compromesso dai tragici avvenimenti climatici dello scorso maggio», concludono le associazioni.
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