Categorie: Economia

Non solo Corriere 2 – Quando anche Boeri ammetteva il vantaggio del potere d’acquisto del Sud sulle buste paga del Nord

di Stefania Piazzo – C’era una volta un milanese all’Inps. Era un economista bocconiano e con altri illustri economisti a fine 2014, evidenziò le sperequazioni in busta paga, e quindi di conseguenza negli assegni previdenziali, tra Nord e Sud. Era Tito Boeri.

Beh, torniano a Boeri. Anche per ricordare umilmente anche al Corriere, che secondo gli economisti Tito Boeri (Bocconi), Andrea Ichino (European University Institute) ed Enrico Moretti (Berkeley), il Sud per certi aspetti sta meglio del Nord. Nel  lavoro che avevano a suo tempo redatto e mandato in libreria, “Costo della casa e differenze salariali in Italia”, emergeva con gravità la diversa velocità di spesa in particolare per la prima voce nel bilancio delle famiglie, la casa, che influenza e cambia radicalmente il costo della vita in una specifica area geografica, generando un “effetto trascinamento” per tutti gli altri acquisti (sia di beni che di servizi).

Boeri, con Ichino e Moretti, scriveva che, a parità di salari, alcune province del Sud hanno più potere d’acquisto. E chissà che dire con le pensioni, ma meglio non affrontare la questione. Anche se non è un caso che proprio Salvini proponga ai pensionati del Nord di trasferirsi al Sud, anche con uno sconto fiscale. Allora è vero che la vita costa meno, o no?

I salari reali di Ragusa sono più alti di quelli di Milano del 38%, per via del minore costo della vita, scrivevano i professori. Se volessimo metterci al pari, spiegano gli economisti, per avere lo stesso potere d’acquisto, le retribuzioni a Milano dovrebbero crescere del 37% per un bancario e del 48% per un insegnante.

Fatti due conti, dove si guadagna di più in termini di potere d’acquisto? Dove vivere costa meno. Ovvero Caltanissetta, Crotone, Enna; mentre le ultime si concentrano al Nord: Sassari, Aosta e Milano.

“L’uguaglianza dei salari nominali – commentava Andrea Ichino – anche se è preferibile, vista la preferenza collettiva per l’equità, genera di fatto ineguaglianze, rendite, sconfitti e vincitori”. 

Bene, detto questo, la questione non è solo economica, è politica. Qualcuno vuole metterle le gambe perché cammini o le priorità del Paese sono e restano solo i decreti sicurezza, il 5G, i vaccini che non arrivano? Perché di economia si vive e di economia si muore, anche senza il Covid.

Stefania Piazzo

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