Nel corso dei decenni lo stato italiano ha versato nelle casse della Fiat un fiume di miliardi.
La proprietà è cambiata, a comandare sono i francesi ma la musica non cambia, se lo stato non mette soldi la minaccia di chiusura degli stabilimenti resta sempre valida.
Le parole del Ceo di Stellantis Carlos Tavares, intervistato da Bloomberg, riaprono i timori sul futuro degli stabilimenti di produzione delle auto in Italia della principale azienda nazionale del comparto. Interpellato in merito alle recenti critiche da parte del governo italiano sulla possibilità che l’azienda delocalizzi parte della produzione in altri Paesi, il manager di Stellantis replica: “Questo è un capro espiatorio, mentre si cerca di evitare di assumersi la responsabilità del fatto che, se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio le fabbriche italiane”.
Il titolare del ministero per le Imprese e il Made in Italy replica: “Se Tavares ritiene che l’Italia debba fare come la Francia, che ha aumentato la sua partecipazione attiva in Stellantis, ce lo chiedano. Se il problema è ‘fate come la Francia’, qual è la terza richiesta che ci farete? La differenza tra noi e la Francia è che loro sono nel capitale azionario e noi no. Fateci una richiesta”. Urso ricorda che “nell’incontro avuto nei mesi scorsi con Tavares e nei vari con la proprietà, Elkann, ho ricevuto una richiesta specifica per una spinta a far cambiare la normativa sugli Euro 7, che a loro avviso avrebbe strozzato Stellantis. E questa cosa è stata fatta, perché abbiamo ottenuto una inversione di rotta in Europa”.
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