Categorie: Economia

Decrescita e inflazione, non succedeva da mezzo secolo. La miscela della stagflazione

di Gigi Cabrino – Riuscirà l’economia italiana nel 2023 ad evitare la pericolosa combinazione di decrescita del PIL ed alta inflazione? È la domanda che si sono posti gli imprenditori di Confartigianato in un webinar dedicato alla presentazione del report 2023.
“Una recessione in condizioni di alta inflazione, definita stagflazione, è un fenomeno che non si registra in Italia da circa mezzo secolo: fu nel 1975 che il PIL segnò un calo del 2,4% mentre l’inflazione era al 16,9%, a seguito degli effetti lungo periodo del primo shock petrolifero”.
“Il rallentamento del ciclo economico e le tendenze dell’inflazione sono state al centro del webinar di lunedì scorso, aperto da Vincenzo Mamoli, Segretario Generale di Confartigianato, in cui è stato presentato il 23° report ‘2023, eviteremo la staflazione?’.


“L’analisi dei dati macroeconomici condotta dall’Ufficio Studi, almeno per ora, allontana lo spettro della recessione: in Italia il PIL nel quarto trimestre 2022 scende dello 0,1%, migliorando la previsione di -0,3% di novembre, mentre per il 2023 il Fondo monetario internazionale stima una crescita dell’economia italiana dello 0,6%. Anche in Eurozona era prevista una caduta del PIL dello 0,3%, mentre Eurostat ne ha contabilizzato una stabilità (0,0%)”.


“Il report evidenzia che, nonostante il discreto margine di sicurezza, una maggiore volatilità dei prezzi dell’energia, associata alla vigorosa stretta monetaria, porrebbe rendere più probabile uno scenario meno favorevole. Con il rialzo di 50 punti base deciso la scorsa settimana la BCE ha innalzato i tassi ufficiali di 300 punti base in soli sei mesi, con ricadute sul costo del denaro e la propensione ad investire”.


“Nel 2023 si indebolisce la crescita delle economia avanzate con l’Italia in linea con la Francia, mentre ristagna la Germania. Le ultime previsioni di crescita per il nostro Paese si stabilizzano attorno al mezzo punto percentuale e allontanano lo spettro della stagflazione. La politica monetaria restrittiva e il rialzo del costo del credito frenano gli investimenti, una componente di domanda che ha trainato l’economia italiana nella ripresa del 2022, in cui l’Italia è stata la locomotiva dell’Ue. Anche la prospettiva di recessione tecnica appare meno grave, con il calo del PIL nel IV trimestre 2022 meno severo del previsto.
I trend del 2023 sono dominati dall’evoluzione della crisi energetica e della stretta monetaria”.

Stefania Piazzo

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