Categorie: Economia

Covid, Piemonte, Veneto e Trentino-Alto Adige le regioni che pagano di più la crisi economica. Ma per il governo e la Lega è prioritario il Sud

Oltre 43 miliardi di maggiori debiti per imprese e famiglie, 456 mila occupati in meno e circa 5,2 miliardi di mancati incassi tributari locali. Drammatico anche il deficit di natalita’: quasi 61 mila imprese in meno rispetto al 2019. E, ancora, crescita dell’incidenza della poverta’ familiare con circa 369 mila nuclei familiari in piu’ in condizione di forte disagio economico. Sono Piemonte, Veneto e Trentino-Alto Adige i sistemi economici e sociali piu’ colpiti dalla CRISI. E’ quanto emerge dall’ISER, l’indice di sofferenza economica regionale ideato da Demoskopika che, confrontando il 2020 rispetto al 2019, ha provato a quantificare i possibili impatti della pandemia sul sistema economico e sociale italiano sulla base di alcuni parametri: incidenza della poverta’ relativa familiare, occupati a tempo pieno e a tempo parziale, natalita’ imprenditoriale, prestiti alle imprese, credito al consumo alle famiglie e, infine, entrate tributarie ed extra-tributarie locali.

Eppure, a leggere la cronaca delle strategie economiche del governo, la crisi batte solo al Sud ed è al Sud che il governo dei migliori guarda con maggiore attenzione per rilanciare il Paese. E non è da meno la Lega Salvini Premier, che sul Nord non spende una parola.

‘La CRISI pandemica – afferma il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – non ha colpito in modo uniforme tutte le economie locali. Gli indicatori osservati e sintetizzati dall’indice di sofferenza economica regionale evidenziano che alcuni sistemi regionali stanno soffrendo in maniera piu’ elevata rispetto ad altri. Anche se per tutti l’allarme e’ indubbiamente rosso. Inoltre, – continua Raffaele Rio – la nuova ondata torna a far impennare la curva della preoccupazione di famiglie e imprese producendo una frenata alla natalita’ imprenditoriale e incrementando i bisogni di liquidita’ di famiglie e imprese. E cio’ genera, nonostante le azioni di mitigazione dei provvedimenti pubblici, un ampliamento ulteriore del livello d’indebitamento e di impoverimento del sistema economico e sociale. Sara’ fondamentale – conclude Raffaele Rio – comprendere come i sistemi locali reggeranno, in termini di sostenibilita’, l’impatto della fine, ad esempio, del blocco dei licenziamenti e della cassa integrazione, della moratoria su prestiti, mutui e finanziamenti, delle misure di trasferimento di risorse aggiuntive agli enti locali’. 

Le regioni sono state classificate in tre cluster principali, in relazione al livello di sofferenza economica: molto elevato (zona rossa) elevato (zona arancione) e moderatamente elevato (zona gialla). Cinque realta’ regionali con un livello sofferenza ‘molto elevato’, dieci con un livello ‘elevato’ e le rimanenti cinque con un grado ‘moderatamente elevato’. E’ questo il quadro che emerge dall’ISER, l’indice di sofferenza economica regionale ideato da Demoskopika. In particolare, tra i sistemi economici e sociali maggiormente ‘provati’ dall’emergenza pandemica (zone rosse) si collocano Piemonte che ha totalizzato 111,7 punti, Veneto con 107,8 punti e Trentino-Alto Adige con 107,5 punti. A influire negativamente sul posizionamento in vetta alla classifica sono stati prioritariamente l’andamento dei prestiti alle imprese per il Piemonte che ha registrato un incremento di oltre 9,2 miliardi di euro pari al 19 per cento rispetto al 2019, la crescita del 2,7 per cento dell’incidenza della poverta’ relativa per il Veneto quantificabile in oltre 56 mila nuovi nuclei familiari in condizione di forte disagio economico e, infine, il maggiore indebitamento delle famiglie per il Trentino-Alto Adige con una crescita del credito al consumo pari a 46 milioni di euro (+3,4%). 

E, inoltre, sempre nell’area dei sistemi economici e sociali con un livello di sofferenza ‘molto elevato’ si posizionano altre due realta’ regionali: Liguria (106,3 punti) con una contrazione della natalita’ imprenditoriale pari a quasi 2 mila nuove imprese (-21,2 per cento) e Calabria (104,7 punti) con una flessione quantificabile in oltre 23 mila occupati in meno (-4,3%). A seguire, nell’area caratterizzata da un livello elevato di sofferenza economica (zone arancioni) si collocano: Marche (104,5 punti), Friuli-Venezia Giulia (102,7 punti), Lombardia (102,6 punti), Emilia-Romagna (101,7 punti) e Sardegna (100,6 punti). E, ancora, Lazio (99,7 punti), Umbria (99,6 punti), Campania (99,3 punti), Toscana (98,5) e Puglia (98,1 punti). A subire, infine, un livello moderatamente elevato (zone gialle) dell’impatto dovuto al Covid-19, ergo significativamente ‘meno sofferente’ rispetto agli altri, altri cinque sistemi locali: Valle d’Aosta (96,5 punti), Sicilia (95,1 punti), Molise (94,0 punti), Abruzzo (93,8 punti) e Basilicata (90,0 punti). 

Redazione

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