Categorie: Economia

COVID E CARITAS – Siamo diventati poveri perché in attesa della cassa integrazione che non arriva o perché lavoratori autonomi

Salgono del 24,4% i nuovi poveri in Italia. Secondo la quarta rilevazione della Caritas sui bisogni, le vulnerabilita’, ma anche le risposte e le speranze ai tempi del Covid, nei 211 giorni che vanno dal primo settembre 2020 al 31 marzo scorso, le Caritas italiane hanno dato assistenza a 544.775 persone. Le donne sono la maggioranza: 53,7%, cosi’ come sono la maggioranza gli italiani (57,8%). Quasi una persona su quattro (24,4%) e’ un “nuovo povero”, cioe’ non si era mai rivolta in precedenza alla rete Caritas. Si tratta di 132.717 persone in totale. In questo caso l’incidenza degli italiani e’ ancora maggiore: il 60,4% dei nuovi poveri e’ italiano. Uomini e donne sono in eguale numero. Complessivamente, in oltre un anno di pandemia, si sono rivolti alle Caritas 453.731 nuovi poveri.

La rilevazione, alla quale hanno partecipato 190 Caritas diocesane, pari all’87,1% del totale, ha avuto l’obiettivo di indagare cio’ che e’ avvenuto nei territori diocesani da settembre 2020 a marzo 2021. Secondo la Caritas, quasi tutte le rappresentanze diocesane hanno evidenziato che, accanto a situazioni legate ai bisogni fondamentali della persona (il lavoro, la casa…), compaiono bisogni inerenti alla sfera formativa e al disagio psico-sociale, che colpiscono soprattutto le donne e i giovani. Ecco quindi emergere difficolta’ legate al precariato lavorativo/occupazione femminile (93,2% delle Caritas); difficolta’ legate al precariato lavorativo/occupazione giovanile (92,1%); persone/famiglie con difficolta’ abitative (84,2%); poverta’ educativa (abbandono, ritardo scolastico, difficolta’ a seguire le lezioni, ecc.) (80,5%); disagio psico-sociale dei giovani (80,5%).

Anche altri fenomeni sono segnalati in aumento: il disagio psico-sociale degli anziani e delle donne (entrambi indicati dal 77,4% delle Caritas), la poverta’ minorile (66,3%), la rinuncia/rinvio dell’assistenza sanitaria ordinaria non legata al Covid (66,8%), le violenze domestiche (51,1%). Le persone piu’ frequentemente aiutate dalla Caritas sono state soprattutto persone con impiego irregolare fermo a causa del Covid19 (61,1%), lavoratori precari/intermittenti che non hanno potuto godere di ammortizzatori sociali (50%), lavoratori autonomi/stagionali, in attesa delle misure di sostegno (40,5%), lavoratori dipendenti in attesa della cassa integrazione ordinaria/cassa integrazione in deroga (35,8%).

Gli ambiti e i settori economici che hanno risentito maggiormente della crisi economica correlata al Covid sono stati soprattutto quelli della ristorazione, segnalati dal 94% delle Caritas diocesane, seguiti dal settore turistico-alberghiero (77,4%). La maggioranza assoluta delle diocesi segnala anche la difficolta’ degli esercizi commerciali (64,2%) e delle attivita’ culturali, artistiche e dello spettacolo (53,2%). 

Redazione

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