Categorie: Cultura

Tetto stranieri a scuola, Valditara: Il mio post con errori? Dettato al telefono. Conta il senso

Quando si detta un tweet al telefono non si compie un’operazione di rigore linguistico e si è più attenti al contenuto. Chiarito questo faccio notare ai tanti critici dall’indignazione facile, che in queste ore si stanno scatenando nella caccia all’errore, che così facendo ignorano la questione da me posta, evidentemente perché non hanno risposte. Ed invece dalla soluzione del problema della vera integrazione degli stranieri dipende il futuro della nostra comunità nazionale. La Scuola italiana che vogliamo è aperta a tutti, ma è profondamente ancorata al suo sistema valoriale. Non c’è futuro per una comunità che non abbia identità. Il punto vero è questo”. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sul suo profilo X.

“Se il governo vorrà fare un lavoro serio e strutturale sul nostro sistema scolastico ci troverà disponibili al dialogo, ma in caso contrario smetta di usare in modo strumentale per la propria campagna elettorale il diritto allo studio che è sancito dalla nostra Costituzione ed è un pilastro fondamentale del nostro Paese. Parlare di limitare la presenza di bambini e ragazzi stranieri nel nostro sistema scolastico significa vivere nel distacco completo dalla situazione di molte zone del Paese. Senza contare che queste dichiarazioni vanno contro ogni idea di inclusione propria di un paese democratico, dimenticando per di più che è proprio nelle aule scolastiche, grazie al lavoro costante e silenzioso di migliaia di insegnanti, che si forma in tutti gli alunni il sentimento di appartenenza ad una comunità e al nostro Paese”. Così sui social la vicecapogruppo di Azione-Per-Renew alla Camera, Elena Bonetti. 

“La proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito, di contingentare la presenza di studenti stranieri nelle classi, è positiva perché favorisce l’inclusione e l’integrazione e contrasta in modo netto le discriminazioni”. Dal pediatra Italo Farnetani arriva un “plauso” al progetto annunciato via social da Giuseppe Valditara. “Finirebbero così le classi ghetto, da un lato, e quelle della cosiddetta ‘società bene’ dall’altro”, spiega l’esperto all’Adnkronos Salute. Bilanciare la componente di alunni stranieri “faciliterebbe la conoscenza reciproca all’interno delle classi – è convinto il docente di Pediatria dell’Università Ludes-United Campus of Malta – con un arricchimento multicuturale che è il presupposto per una convivenza sana e produttiva”. “Partiamo dai numeri”, premette Farnetani. “In tutta la popolazione residente in Italia – calcola il medico – i minori che hanno entrambi i genitori stranieri rappresentano l’11,5% del totale”. Ma le percentuali variano ‘zoomando’ sulle diverse fasce d’età: “In quella asilo-elementari – precisa – gli alunni con entrambi i genitori stranieri sono il 14%, una quota che scende al 10,5% tra i ragazzini in età da scuola media, per ridursi ulteriormente al 9% a 16 anni, quando finisce l’obbligo scolastico”. Secondo Farnetani, “la percentuale di studenti stranieri nelle classi andrebbe modulata proprio tenendo conto di queste differenze”, così da rispecchiare dentro l’aula quello che è oggi la società italiana. “La proposta di un 20% di alunni con entrambi i genitori stranieri è dunque appropriata per gli asili e la scuola primaria – evidenzia il pediatra – mentre per la secondaria potrebbe essere ulteriormente ridotta. Questo nell’interesse di tutti i bambini, sia quelli che hanno uno o entrambi i genitori stranieri, sia quelli che hanno uno o entrambi i genitori italiani”. 

immagine tratta dal profilo fb del ministro Giuseppe Valditara

Redazione

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